Al giorno d’oggi, una delle parole più usate per indicare la direzione di qualsiasi attività antropica (agricoltura inclusa) è sostenibilità. Dobbiamo infatti sì crescere, produrre, generare ricchezza, ma dobbiamo farlo senza andare a compromettere le opportunità di sviluppo e di crescita delle future generazioni. Al nostro sistema produttivo sarà quindi richiesta sempre più efficienza di produzione che può essere vista come una contemporanea massimizzazione della quantità di output accompagnata da una minimizzazione della quantità di input. Spesso, quando si parla di sostenibilità lo si fa, giustamente, proiettando i nostri pensieri, le nostre azioni, al futuro: pensiamo solamente a quando e quanto si parla di sostenibilità ambientale. Tuttavia esistono altri aspetti della sostenibilità che si avvicinano ad una chiave di lettura molto più tangibile e vicina al presente. Sarà un aspetto scontato ma l’allevatore è ben al corrente che la propria mandria deve essere sostenibile anche e soprattutto da un punto di vista economico per garantirgli un adeguato profitto annuale! Questo potrebbe aprire un dibattito sul quale si discute da anni e per il quale è difficile trovare una risposta che possa essere universalmente accettata, ossia ‘qual è la bovina migliore da avere in stalla?’. È fuori discussione che più latte viene prodotto (e più alto è il prezzo del latte alla stalla) maggiore sarà il ricavo ma il come questo latte in più viene prodotto determina l’effettivo guadagno per l’allevatore. Qui entra in gioco tutta una serie di fattori legati ad aspetti sia genetici sia manageriali. Molto banalmente, se baso le mie scelte solo su riproduttori estremi per caratteri produttivi (es., il toro + X kg a latte) posso causare un deterioramento nel merito genetico delle figlie per quanto riguarda, ad esempio, la fertilità. Al tempo stesso, se l’allevatore ad esempio non gestisce con attenzione la parte non produttiva della mandria, si possono generare condizioni di inefficienza che fanno sì che il ricavo serva a coprire voci di costo in aumento e non ad aumentare il guadagno finale.
G. Visentin (2020). La persistenza della lattazione nella Frisona Italiana: un'analisi d'insieme. BIANCO NERO, 3, 10-11.
La persistenza della lattazione nella Frisona Italiana: un'analisi d'insieme
G. Visentin
2020
Abstract
Al giorno d’oggi, una delle parole più usate per indicare la direzione di qualsiasi attività antropica (agricoltura inclusa) è sostenibilità. Dobbiamo infatti sì crescere, produrre, generare ricchezza, ma dobbiamo farlo senza andare a compromettere le opportunità di sviluppo e di crescita delle future generazioni. Al nostro sistema produttivo sarà quindi richiesta sempre più efficienza di produzione che può essere vista come una contemporanea massimizzazione della quantità di output accompagnata da una minimizzazione della quantità di input. Spesso, quando si parla di sostenibilità lo si fa, giustamente, proiettando i nostri pensieri, le nostre azioni, al futuro: pensiamo solamente a quando e quanto si parla di sostenibilità ambientale. Tuttavia esistono altri aspetti della sostenibilità che si avvicinano ad una chiave di lettura molto più tangibile e vicina al presente. Sarà un aspetto scontato ma l’allevatore è ben al corrente che la propria mandria deve essere sostenibile anche e soprattutto da un punto di vista economico per garantirgli un adeguato profitto annuale! Questo potrebbe aprire un dibattito sul quale si discute da anni e per il quale è difficile trovare una risposta che possa essere universalmente accettata, ossia ‘qual è la bovina migliore da avere in stalla?’. È fuori discussione che più latte viene prodotto (e più alto è il prezzo del latte alla stalla) maggiore sarà il ricavo ma il come questo latte in più viene prodotto determina l’effettivo guadagno per l’allevatore. Qui entra in gioco tutta una serie di fattori legati ad aspetti sia genetici sia manageriali. Molto banalmente, se baso le mie scelte solo su riproduttori estremi per caratteri produttivi (es., il toro + X kg a latte) posso causare un deterioramento nel merito genetico delle figlie per quanto riguarda, ad esempio, la fertilità. Al tempo stesso, se l’allevatore ad esempio non gestisce con attenzione la parte non produttiva della mandria, si possono generare condizioni di inefficienza che fanno sì che il ricavo serva a coprire voci di costo in aumento e non ad aumentare il guadagno finale.| File | Dimensione | Formato | |
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