Il miglioramento genetico rappresenta uno degli strumenti a disposizione degli allevatori utili a garantire la sostenibilità economica della propria attività. Migliorare geneticamente una popolazione significa analizzare la situazione sociale e di mercato in cui il settore primario si trova ad agire nel presente e prevedere le sue evoluzioni negli anni a venire, in modo da individuare una serie di caratteri (fenotipi) importanti per i nostri obiettivi di miglioramento e, di conseguenza, possibili oggetto di selezione. Questi fenotipi devono rispettare 3 parametri: essere importanti, misurabili ed ereditabili. Il miglioramento genetico è quindi una disciplina dinamica proprio per la sua natura “di previsione” dei cambiamenti futuri del mercato e della società in cui gli allevatori si troveranno ad operare. I miglioramenti derivanti dalla selezione genetica sono visibili non nel breve ma nel lungo periodo, in funzione dell’intervallo generazionale bovino. Tuttavia, questi miglioramenti sono trasmissibili di generazione in generazione e sono soprattutto cumulativi e permanenti nel tempo. Abbiamo parlato, non a caso, di evoluzione della società: oggi più che mai le nuove normative e le Associazioni dei consumatori chiedono che l’allevamento da latte sia sempre più sostenibile, attento al benessere animale e con minore impatto ambientale. Si tratta quindi di “ricercare” un interesse comune tra produttore e consumatore: selezionare per una Frisona che sia più efficiente (più reddito per l’allevatore), con minore impatto ambientale e minore uso di farmaci.
M. Marusi, G.V. (2019). Il PFT si aggiorna: obiettivo una Frisona più sostenibile e redditizia. BIANCO NERO, 6, 9-11.
Il PFT si aggiorna: obiettivo una Frisona più sostenibile e redditizia
G. Visentin;
2019
Abstract
Il miglioramento genetico rappresenta uno degli strumenti a disposizione degli allevatori utili a garantire la sostenibilità economica della propria attività. Migliorare geneticamente una popolazione significa analizzare la situazione sociale e di mercato in cui il settore primario si trova ad agire nel presente e prevedere le sue evoluzioni negli anni a venire, in modo da individuare una serie di caratteri (fenotipi) importanti per i nostri obiettivi di miglioramento e, di conseguenza, possibili oggetto di selezione. Questi fenotipi devono rispettare 3 parametri: essere importanti, misurabili ed ereditabili. Il miglioramento genetico è quindi una disciplina dinamica proprio per la sua natura “di previsione” dei cambiamenti futuri del mercato e della società in cui gli allevatori si troveranno ad operare. I miglioramenti derivanti dalla selezione genetica sono visibili non nel breve ma nel lungo periodo, in funzione dell’intervallo generazionale bovino. Tuttavia, questi miglioramenti sono trasmissibili di generazione in generazione e sono soprattutto cumulativi e permanenti nel tempo. Abbiamo parlato, non a caso, di evoluzione della società: oggi più che mai le nuove normative e le Associazioni dei consumatori chiedono che l’allevamento da latte sia sempre più sostenibile, attento al benessere animale e con minore impatto ambientale. Si tratta quindi di “ricercare” un interesse comune tra produttore e consumatore: selezionare per una Frisona che sia più efficiente (più reddito per l’allevatore), con minore impatto ambientale e minore uso di farmaci.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.