La pubblicazione della seconda edizione ampliata e revisionata di Antropologia in azione ci fornisce una preziosa opportunità di riflessione sul rapporto tra teoria e applicazione del sapere antropologico. Il libro di Filippo Lenzi Grillini fornisce un articolato percorso ricco di spunti e interessanti argomentazioni che interrogano l’applicazione dell’antropologia sociale nel suo complesso. Basandosi su una profonda conoscenza della letteratura antropologica contemporanea e su una sofisticata rivisitazione della sua esperienza professionale decennale come ricercatore e consulente in progetti di vario tipo, l’autore imbarca il lettore in un viaggio che intreccia storie personali e professionali, contesti americani e italiani, spostandosi dalle perizie sulle terre indigene in Brasile alla lotta per la terra dei Mapuche in Cile, dai monitoraggi di progetti e interventi formativi in Italia, fino ad una ricerca etnografica su committenza sul gioco d’azzardo. Il filo rosso, che si dipana tra le diverse parti che compongono il testo, è costituito dalla constatazione di come la continua negoziazione a cui l’antropologo è costantemente richiamato quando impegnato sul campo caratterizzi tanto le esperienze di ricerca fondamentale, quanto altre esperienze professionali come quelle di consulenza. Attraverso il suo percorso professionale l’autore mostra, con intelligente riflessività, l’importanza di dedicare riflessioni approfondite al rapporto di ogni antropologo con il contesto in cui interviene. La postura di negoziazione si rivela cruciale nel muoversi tra gli attori nell’arena, ma anche tra i diversi posizionamenti dello stesso antropologo nei confronti delle persone con cui lavora. Tra lo Scilla del ruolo di “portavoce” (advocacy) di una determinata comunità e il Cariddi del consulente identificato all’istituzione in questione (embedded) Lenzi Grillini evoca un ruolo di mediazione: “una mediazione in cui l’antropologo può sfruttare la sua posizione centrale fra due poli: l’istituzione committente da un lato, il gruppo, la comunità o gli attori sociali al centro dell’indagine dall’altro. Spesso tale mediazione si trasforma in una sorta di interpretariato in entrambe le direzioni, che si traduce nel fornire spiegazioni su due mondi e due realtà di cui l’antropologo ha generalmente una conoscenza approfondita.”
Riccio B (2020). Filippo Lenzi Grillini, L’Antropologia in azione. Esperienze etnografiche in America latina e Italia fra riflessioni metodologiche e prospettive applicative, CISU, Roma, 2019. ANTROPOLOGIA PUBBLICA, 6(2), 299-302 [10.1473/anpub.v6i2.204].
Filippo Lenzi Grillini, L’Antropologia in azione. Esperienze etnografiche in America latina e Italia fra riflessioni metodologiche e prospettive applicative, CISU, Roma, 2019
Riccio B
2020
Abstract
La pubblicazione della seconda edizione ampliata e revisionata di Antropologia in azione ci fornisce una preziosa opportunità di riflessione sul rapporto tra teoria e applicazione del sapere antropologico. Il libro di Filippo Lenzi Grillini fornisce un articolato percorso ricco di spunti e interessanti argomentazioni che interrogano l’applicazione dell’antropologia sociale nel suo complesso. Basandosi su una profonda conoscenza della letteratura antropologica contemporanea e su una sofisticata rivisitazione della sua esperienza professionale decennale come ricercatore e consulente in progetti di vario tipo, l’autore imbarca il lettore in un viaggio che intreccia storie personali e professionali, contesti americani e italiani, spostandosi dalle perizie sulle terre indigene in Brasile alla lotta per la terra dei Mapuche in Cile, dai monitoraggi di progetti e interventi formativi in Italia, fino ad una ricerca etnografica su committenza sul gioco d’azzardo. Il filo rosso, che si dipana tra le diverse parti che compongono il testo, è costituito dalla constatazione di come la continua negoziazione a cui l’antropologo è costantemente richiamato quando impegnato sul campo caratterizzi tanto le esperienze di ricerca fondamentale, quanto altre esperienze professionali come quelle di consulenza. Attraverso il suo percorso professionale l’autore mostra, con intelligente riflessività, l’importanza di dedicare riflessioni approfondite al rapporto di ogni antropologo con il contesto in cui interviene. La postura di negoziazione si rivela cruciale nel muoversi tra gli attori nell’arena, ma anche tra i diversi posizionamenti dello stesso antropologo nei confronti delle persone con cui lavora. Tra lo Scilla del ruolo di “portavoce” (advocacy) di una determinata comunità e il Cariddi del consulente identificato all’istituzione in questione (embedded) Lenzi Grillini evoca un ruolo di mediazione: “una mediazione in cui l’antropologo può sfruttare la sua posizione centrale fra due poli: l’istituzione committente da un lato, il gruppo, la comunità o gli attori sociali al centro dell’indagine dall’altro. Spesso tale mediazione si trasforma in una sorta di interpretariato in entrambe le direzioni, che si traduce nel fornire spiegazioni su due mondi e due realtà di cui l’antropologo ha generalmente una conoscenza approfondita.”File | Dimensione | Formato | |
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