Fu il malaugurato intervento di un ignoto “pennellista” ad avviare, verso la metà del XVIII secolo, la storia restaurativa della magnifica prospettiva che Tomaso Laureti aveva frescato nel salone del piano nobile di palazzo Vizzani. L’opera, celebrata da Malvasia come una delle maggiori meraviglie della Bologna cinquecentesca, venne infatti ritoccata, ma meglio sarebbe dire sfregiata, poco prima del 1756, come si evince da una notissima lettera scritta nell’estate di quell’anno dal con-te, letterato e collezionista veneziano Francesco Algarotti all’amico Jacopo Bartolomeo Beccari, dottore, scienziato naturalista bolognese come lui attento alle operazioni di riattamento che a quel tempo, quasi quotidianamente, condizionavano la conservazione e l’esistenza stessa di buona parte dell’antico patrimonio pittorico murale della città, vittima predestinata della smania di rinnovamento artistico che tante rovine produsse nelle chiese e nei palazzi privati e pubblici di Bologna
Abusi e restauri in materia di affreschi fra Settecento e Ottocento: le pitture di Tomaso Laureti e Lorenzo Sabatini e la storiografia artistica
Luca Ciancabilla
2019
Abstract
Fu il malaugurato intervento di un ignoto “pennellista” ad avviare, verso la metà del XVIII secolo, la storia restaurativa della magnifica prospettiva che Tomaso Laureti aveva frescato nel salone del piano nobile di palazzo Vizzani. L’opera, celebrata da Malvasia come una delle maggiori meraviglie della Bologna cinquecentesca, venne infatti ritoccata, ma meglio sarebbe dire sfregiata, poco prima del 1756, come si evince da una notissima lettera scritta nell’estate di quell’anno dal con-te, letterato e collezionista veneziano Francesco Algarotti all’amico Jacopo Bartolomeo Beccari, dottore, scienziato naturalista bolognese come lui attento alle operazioni di riattamento che a quel tempo, quasi quotidianamente, condizionavano la conservazione e l’esistenza stessa di buona parte dell’antico patrimonio pittorico murale della città, vittima predestinata della smania di rinnovamento artistico che tante rovine produsse nelle chiese e nei palazzi privati e pubblici di BolognaI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.