Una decina di anni fa, Renato Cortesi, colto ingegnere prestato allostudio della storia patria, rese note alla comunità scientifica sei pitture murali collocate sulle pareti interne di una piccola abitazionesita nei pressi del lungomare di Pinarella di Cervia. Si trattava di una seriedi “vignette” umoristiche di diverse dimensioni, risalenti al periodo com-preso fra lo sbarco degli Alleati e la fine della Seconda guerra mondiale che,grazie al contributo dell’Imperial War Museum di Londra, vennero imme-diatamente assegnate alla mano di William John Philpin Jones – conosciuto come Jon, creatore dei noti Two Types –, celebre cartoonista gallese cheprestò servizio nell’VIII Armata militare inglese in Nord Africa e in Italiadurante l’ultimo conflitto mondiale.Un ritrovamento eccezionale che, qualche tempo dopo, rischiava non solol’oblio, ma anche la sua stessa esistenza: all’alba del 2017, infatti, la demollizione della villetta – e quindi delle pitture –sembrava oramai inevitabile, visto che al suo posto sarebbe sorto un nuovo complesso abitativo.Una vera e propria sciagura, evitata grazie all’impegno e alla tenacia dellostesso Cortesi, di una giovane storica dell’arte cervese – Valentina Pollini– al successivo coinvolgimento di un docente dell’Università di Bologna –Luca Ciancabilla – e di un restauratore – Camillo Tarozzi –, ma soprattuttodella Soprintendenza di Ravenna, decisi a percorre l’unica strada possibile per scongiurare la perdita dei dipinti di Jon: il loro distacco e trasporto sunuovo supporto.Operazione ultimata fra la fine del 2018 e gli esordi del 2019 che ha consentito la conservazione di una testimonianza considerevole del patrimoniostorico e artistico romagnolo del recente passato, restituendolo ad una comunità che nel suo territorio ospita altre tracce, di inestimabile valore, delpassaggio del fronte dell’ultima guerra. Beni materiali non secondari come bunker, graffiti, rifugi che questa vicenda a lieto fine deve insegnarci a rispettare, salvaguardare e valorizzare con sempre maggiore determinazionein quanto imprescindibile patrimonio culturale della nostra storia, parte diuna memoria solo all’apparenza limitata, ma in realtà universale, che ne-cessita di essere condivisa sì nel presente, ma anche, non di meno, di venireaffidata alle generazioni future

“Graffiti di guerra” nel paesaggio urbano emiliano-romagnolo: un patrimonio da conservare, tutelare e valorizzare (e musealizzare?)

Luca Ciancabilla
2019

Abstract

Una decina di anni fa, Renato Cortesi, colto ingegnere prestato allostudio della storia patria, rese note alla comunità scientifica sei pitture murali collocate sulle pareti interne di una piccola abitazionesita nei pressi del lungomare di Pinarella di Cervia. Si trattava di una seriedi “vignette” umoristiche di diverse dimensioni, risalenti al periodo com-preso fra lo sbarco degli Alleati e la fine della Seconda guerra mondiale che,grazie al contributo dell’Imperial War Museum di Londra, vennero imme-diatamente assegnate alla mano di William John Philpin Jones – conosciuto come Jon, creatore dei noti Two Types –, celebre cartoonista gallese cheprestò servizio nell’VIII Armata militare inglese in Nord Africa e in Italiadurante l’ultimo conflitto mondiale.Un ritrovamento eccezionale che, qualche tempo dopo, rischiava non solol’oblio, ma anche la sua stessa esistenza: all’alba del 2017, infatti, la demollizione della villetta – e quindi delle pitture –sembrava oramai inevitabile, visto che al suo posto sarebbe sorto un nuovo complesso abitativo.Una vera e propria sciagura, evitata grazie all’impegno e alla tenacia dellostesso Cortesi, di una giovane storica dell’arte cervese – Valentina Pollini– al successivo coinvolgimento di un docente dell’Università di Bologna –Luca Ciancabilla – e di un restauratore – Camillo Tarozzi –, ma soprattuttodella Soprintendenza di Ravenna, decisi a percorre l’unica strada possibile per scongiurare la perdita dei dipinti di Jon: il loro distacco e trasporto sunuovo supporto.Operazione ultimata fra la fine del 2018 e gli esordi del 2019 che ha consentito la conservazione di una testimonianza considerevole del patrimoniostorico e artistico romagnolo del recente passato, restituendolo ad una comunità che nel suo territorio ospita altre tracce, di inestimabile valore, delpassaggio del fronte dell’ultima guerra. Beni materiali non secondari come bunker, graffiti, rifugi che questa vicenda a lieto fine deve insegnarci a rispettare, salvaguardare e valorizzare con sempre maggiore determinazionein quanto imprescindibile patrimonio culturale della nostra storia, parte diuna memoria solo all’apparenza limitata, ma in realtà universale, che ne-cessita di essere condivisa sì nel presente, ma anche, non di meno, di venireaffidata alle generazioni future
2019
Cervia in guerra. Testimonianze storiche ed artistiche dal passaggio del fronte
7
27
Luca Ciancabilla
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