Spesso i processi generativi urbani derivanti dalle trasformazioni architettoniche hanno portato alla configurazione di aree definibili come “spazi vuoti”, deserti e abbandonati, che, con il passare del tempo, sono rimasti avulsi dai flussi di metamorfosi della città, raggiungendo livelli sempre più elevati di degrado. Il presente contributo intende presentare un metodo progettuale innovativo per la riqualificazione urbana e sociale di aree degradate, fondato sulla progettazione e realizzazione di installazioni multimediali interattive basate sulla creazione di suoni, luci e colori. Il progetto si basa su un’idea molto semplice: un gioco di impulsi sonori e visivi, frutto di un processo creativo che ha portato alla concezione di un’opera d’arte digitale in cui i cittadini possono partecipare attivamente come suonatori, ascoltatori e spettatori di una rappresentazione audio e visivo-percettiva da loro stessi creata. Queste installazioni multimediali sono in grado fornire nuova vita alle aree dismesse facendo leva su un “fenomeno sociale”, creando quindi un luogo di ritrovo come centro di riattivazione collettiva dotato di una nuova identità territoriale. Il progetto si basa su un preciso algoritmo in grado di catturare le onde sonore emesse dai visitatori e di tradurle in segnali luminosi. Il processo di sintesi è elaborato con calcolo digitale: microcontrollore Arduino per la correlazione tra gli impulsi sonori acquisiti (input) e le luci colorate emesse (output); software parametrico Grasshopper per il controllo della variabilità dell'output. Il sistema tecnologico digitale così concepito permette all'utente di personalizzare l'installazione regolando i colori e l'intensità delle luci. Per tale scopo si utilizzano periferiche per importare tracce audio che vengono analizzate da un microcontrollore che, attraverso algoritmi, ne governa le periferiche esterne. Nello specifico, si prevede l’installazione di un impianto di illuminazione dell’area da riqualificare che, attraverso l’analisi dell’onda sonora, generi dei pattern colorati e li riproduca sulle superfici presenti (quali facciate architettoniche, muri di confine, aree pavimentate), mediante una illuminazione a Led. Questo tipo di illuminazione, a fronte di un risparmio energetico, consente la riproduzione di una gamma notevolmente ampia di tonalità di colore. Il modello progettato secondo tale approccio parametrico (sviluppato tenendo in considerazione le istanze tecniche, sociali, economiche e ambientali) può essere implementato in diversi contesti sociali e urbani, garantendo versatilità, flessibilità, ripetibilità e sostenibilità economica e ambientale. La soluzione progettuale finale rappresenta uno strumento efficace di rigenerazione del territorio, customizzabile e ripetibile in diversi contesti affetti da problematiche di degrado urbano e sociale.
Cecilia Mazzoli, A.F. (2020). L’utilizzo dell’arte digitale come strumento di riqualificazione sociale e urbana. Milano : Gruppo del Colore – Associazione Italiana Colore.
L’utilizzo dell’arte digitale come strumento di riqualificazione sociale e urbana
Cecilia Mazzoli
;Alessandro Fabbri;
2020
Abstract
Spesso i processi generativi urbani derivanti dalle trasformazioni architettoniche hanno portato alla configurazione di aree definibili come “spazi vuoti”, deserti e abbandonati, che, con il passare del tempo, sono rimasti avulsi dai flussi di metamorfosi della città, raggiungendo livelli sempre più elevati di degrado. Il presente contributo intende presentare un metodo progettuale innovativo per la riqualificazione urbana e sociale di aree degradate, fondato sulla progettazione e realizzazione di installazioni multimediali interattive basate sulla creazione di suoni, luci e colori. Il progetto si basa su un’idea molto semplice: un gioco di impulsi sonori e visivi, frutto di un processo creativo che ha portato alla concezione di un’opera d’arte digitale in cui i cittadini possono partecipare attivamente come suonatori, ascoltatori e spettatori di una rappresentazione audio e visivo-percettiva da loro stessi creata. Queste installazioni multimediali sono in grado fornire nuova vita alle aree dismesse facendo leva su un “fenomeno sociale”, creando quindi un luogo di ritrovo come centro di riattivazione collettiva dotato di una nuova identità territoriale. Il progetto si basa su un preciso algoritmo in grado di catturare le onde sonore emesse dai visitatori e di tradurle in segnali luminosi. Il processo di sintesi è elaborato con calcolo digitale: microcontrollore Arduino per la correlazione tra gli impulsi sonori acquisiti (input) e le luci colorate emesse (output); software parametrico Grasshopper per il controllo della variabilità dell'output. Il sistema tecnologico digitale così concepito permette all'utente di personalizzare l'installazione regolando i colori e l'intensità delle luci. Per tale scopo si utilizzano periferiche per importare tracce audio che vengono analizzate da un microcontrollore che, attraverso algoritmi, ne governa le periferiche esterne. Nello specifico, si prevede l’installazione di un impianto di illuminazione dell’area da riqualificare che, attraverso l’analisi dell’onda sonora, generi dei pattern colorati e li riproduca sulle superfici presenti (quali facciate architettoniche, muri di confine, aree pavimentate), mediante una illuminazione a Led. Questo tipo di illuminazione, a fronte di un risparmio energetico, consente la riproduzione di una gamma notevolmente ampia di tonalità di colore. Il modello progettato secondo tale approccio parametrico (sviluppato tenendo in considerazione le istanze tecniche, sociali, economiche e ambientali) può essere implementato in diversi contesti sociali e urbani, garantendo versatilità, flessibilità, ripetibilità e sostenibilità economica e ambientale. La soluzione progettuale finale rappresenta uno strumento efficace di rigenerazione del territorio, customizzabile e ripetibile in diversi contesti affetti da problematiche di degrado urbano e sociale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.