La produzione poetica di József Kiss (1843-1921) mette in luce le attese degli ebrei ungheresi assimilati, inesorabilmente spezzate dal trattato di Trianon del 1920, dopo la dissoluzione dell’Impero Austro-Ungarico. Nel suo volume Zsidó dalok (Canti ebraici) egli annunciava agli ebrei la conquista di una nuova patria e di una nuova libertà, ispirandosi, oltre che alla lirica popolare, alla vita dei poveri delle campagne ungheresi. Particolarmente significative, le due ballate Simon Judit (Judit Simon) e Ágota Kisasszony (La signorina Ágota) che attirarono l’attenzione del pubblico. Le sue speranze di una patria ritrovata sembrarono concretizzarsi nel 1896, con le celebrazioni del millesimo anniversario dell’honfoglalás (stanziamento nel bacino carpatico) da parte dei Magiari di Árpád. Ma, il trattato di Trianon, che privò l’Ungheria di circa due terzi del suo territorio, facendo perdere ad alcuni milioni di Magiari la loro originaria cittadinanza, riaprì aspramente il problema della distinzione tra “veri” Ungheresi e “assimilati”. La politica di tolleranza nei confronti delle minoranze crollò, lasciando il posto a violente diatribe. Un nuovo antisemitismo s’impose e József Kiss, prima di morire da povero ebreo, fece in tempo a sentirlo.

József Kiss. “Fuochi” di malinconia prima della catastrofe / C. Corradi Musi. - STAMPA. - (2010), pp. 53-70. (Intervento presentato al convegno La fine dell'Ungheria storica fra rivoluzione e reazione (1918-1919) tenutosi a Roma nel 23-24 aprile 2009).

József Kiss. “Fuochi” di malinconia prima della catastrofe

CORRADI, CARLA
2010

Abstract

La produzione poetica di József Kiss (1843-1921) mette in luce le attese degli ebrei ungheresi assimilati, inesorabilmente spezzate dal trattato di Trianon del 1920, dopo la dissoluzione dell’Impero Austro-Ungarico. Nel suo volume Zsidó dalok (Canti ebraici) egli annunciava agli ebrei la conquista di una nuova patria e di una nuova libertà, ispirandosi, oltre che alla lirica popolare, alla vita dei poveri delle campagne ungheresi. Particolarmente significative, le due ballate Simon Judit (Judit Simon) e Ágota Kisasszony (La signorina Ágota) che attirarono l’attenzione del pubblico. Le sue speranze di una patria ritrovata sembrarono concretizzarsi nel 1896, con le celebrazioni del millesimo anniversario dell’honfoglalás (stanziamento nel bacino carpatico) da parte dei Magiari di Árpád. Ma, il trattato di Trianon, che privò l’Ungheria di circa due terzi del suo territorio, facendo perdere ad alcuni milioni di Magiari la loro originaria cittadinanza, riaprì aspramente il problema della distinzione tra “veri” Ungheresi e “assimilati”. La politica di tolleranza nei confronti delle minoranze crollò, lasciando il posto a violente diatribe. Un nuovo antisemitismo s’impose e József Kiss, prima di morire da povero ebreo, fece in tempo a sentirlo.
2010
La fine della Grande Ungheria fra rivoluzione e reazione [1918-1920]
53
70
József Kiss. “Fuochi” di malinconia prima della catastrofe / C. Corradi Musi. - STAMPA. - (2010), pp. 53-70. (Intervento presentato al convegno La fine dell'Ungheria storica fra rivoluzione e reazione (1918-1919) tenutosi a Roma nel 23-24 aprile 2009).
C. Corradi Musi
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