La varietà vegetale delle nostre Alpi e dell’Appennino è estremamente varia; varia quanto lo è il clima lungo tutta l’estensione nel senso della latitudine del nostro Bel Paese. Si può ammirare questa ricchezza vegetale facendo delle escursioni o delle semplici passeggiate, durante le quali viene anche voglia di potere coltivare nelle aiuole del nostro giardino o sul terrazzo qualcuna delle specie che si incontrano. Il buon comportamento ecologico, però, consiglia di non estirpare mai nessuna di queste piante, neppure la più umile ed abbondante: al massimo se ne possono raccogliere i semi. Non sempre, tuttavia, utilizzando i semi raccolti si ottiene successo. Le difficoltà maggiori stanno nel fatto che l’acclimatazione delle piante delle alte quote a livello molto inferiore è cosa praticamente impossibile. Oggi, però, tantissimi fiori spontanei delle Alpi e degli Appennini si possono trovare in vendita presso i vivai. E’ possibile, cioè, reperire piante già climatizzate, pronte in vasetti o in zolla, ricorrendo a quei vivai che si interessano alla nostra bella flora spontanea. Le Globularia Fra le essenze disponibili si può scegliere una delle tante specie appartenenti al genere Globularia (G. meridionalis, G. cordifolia, G. punctata, G. thricosanta, G. nudicaulis, G. incanescens, ecc.). Ad esempio, G. meridionalis è una pianta decisamente rustica che è possibile coltivare all’aperto per tutto l’arco dell’anno, così come G. cordifolia che, con le sue foglie coriacee ed i fiori piccoli grigio-azzurri, ben si presta alla realizzazione di un giardino roccioso; anche la bella G. nudicaulis, in ampie ciotole sul terrazzo, forma graziosi piccoli ammassi di foglie spatolate, verde brillante, che circondano capolini emisferici color indaco. Purtroppo, però, anche le piante alpine non sono esenti da malattie. Una volta, infatti, che vengono a trovarsi assieme alle altre per così dire, più “comuni”, finiscono con l’essere contagiate da patogeni infettivi, primi fra tutti i virus. Ecco che, a seguito dell’infezione dal virus del mosaico del cetriolo (CMV) sulle foglie della Globularia compaiono malformazioni, vivaci mosaici e variegature di varia forma ed estensione che deturpano la bellezza della pianta. E’ un rischio che purtroppo si corre quando una specie viene trasferita dal proprio habitat naturale, e a noi non resta che evitare sia di raccogliere il seme dalle piante infette che di moltiplicarle per divisione dei cespi.

Piccole alpine virosate

BELLARDI, MARIA GRAZIA
2009

Abstract

La varietà vegetale delle nostre Alpi e dell’Appennino è estremamente varia; varia quanto lo è il clima lungo tutta l’estensione nel senso della latitudine del nostro Bel Paese. Si può ammirare questa ricchezza vegetale facendo delle escursioni o delle semplici passeggiate, durante le quali viene anche voglia di potere coltivare nelle aiuole del nostro giardino o sul terrazzo qualcuna delle specie che si incontrano. Il buon comportamento ecologico, però, consiglia di non estirpare mai nessuna di queste piante, neppure la più umile ed abbondante: al massimo se ne possono raccogliere i semi. Non sempre, tuttavia, utilizzando i semi raccolti si ottiene successo. Le difficoltà maggiori stanno nel fatto che l’acclimatazione delle piante delle alte quote a livello molto inferiore è cosa praticamente impossibile. Oggi, però, tantissimi fiori spontanei delle Alpi e degli Appennini si possono trovare in vendita presso i vivai. E’ possibile, cioè, reperire piante già climatizzate, pronte in vasetti o in zolla, ricorrendo a quei vivai che si interessano alla nostra bella flora spontanea. Le Globularia Fra le essenze disponibili si può scegliere una delle tante specie appartenenti al genere Globularia (G. meridionalis, G. cordifolia, G. punctata, G. thricosanta, G. nudicaulis, G. incanescens, ecc.). Ad esempio, G. meridionalis è una pianta decisamente rustica che è possibile coltivare all’aperto per tutto l’arco dell’anno, così come G. cordifolia che, con le sue foglie coriacee ed i fiori piccoli grigio-azzurri, ben si presta alla realizzazione di un giardino roccioso; anche la bella G. nudicaulis, in ampie ciotole sul terrazzo, forma graziosi piccoli ammassi di foglie spatolate, verde brillante, che circondano capolini emisferici color indaco. Purtroppo, però, anche le piante alpine non sono esenti da malattie. Una volta, infatti, che vengono a trovarsi assieme alle altre per così dire, più “comuni”, finiscono con l’essere contagiate da patogeni infettivi, primi fra tutti i virus. Ecco che, a seguito dell’infezione dal virus del mosaico del cetriolo (CMV) sulle foglie della Globularia compaiono malformazioni, vivaci mosaici e variegature di varia forma ed estensione che deturpano la bellezza della pianta. E’ un rischio che purtroppo si corre quando una specie viene trasferita dal proprio habitat naturale, e a noi non resta che evitare sia di raccogliere il seme dalle piante infette che di moltiplicarle per divisione dei cespi.
2009
M.G.Bellardi
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/77317
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