Ostia, prima colonia e porto di Roma, fu quasi completamente abbandonata tra il V e l’VIII sec. d.C. Successivamente, nel corso del IX secolo, la sopravvivenza della città o meglio la sua parziale rinascita, fu affidata al piccolo borgo fortificato di Gregoriopoli (esteso su meno di 1 ha), posto nell’antico suburbio fuori porta Romana, sulla via Ostiense. La grande città romana, un tempo estesa su un’area di oltre 100 ha, fu lentamente dimenticata, mentre le rovine gradualmente scomparivano coperte dalla vegetazione e dalle dune di sabbia. In questo contributo è affrontato il tema delle possibili ricostruzioni dell’aspetto del territorio ostiense dall’XI secolo in poi, caratterizzato sempre più da calcare e cantieri di spoliazione, ma anche da isolati ruderi in fase di degrado progressivo. Dalle ricerche del Progetto Ostia Marina, missione archeologica dell’Università di Bologna a Ostia antica, inoltre, emerge un importante aspetto che riguarda il quartiere marittimo della città. Dopo secoli dal crollo degli edifici, nell’XI secolo una forte regressione marina riportò la linea di costa ai livelli di quella repubblicana. L’effetto di tale regressione, come è stato possibile appurare attraverso saggi lungo l’antica linea di costa, fu l’erosione e la distruzione graduale di intere strutture antiche, tanto che oggi siamo in grado di affermare che l’estensione della città nel suburbio marino travalicava quasi ovunque l’attuale recinzione del parco archeologico, con implicazioni anche sulla ricostruzione topografica della viabilità suburbana.

Il paesaggio ostiense prima e dopo il Mille

M. V. David;S. De Togni;
2020

Abstract

Ostia, prima colonia e porto di Roma, fu quasi completamente abbandonata tra il V e l’VIII sec. d.C. Successivamente, nel corso del IX secolo, la sopravvivenza della città o meglio la sua parziale rinascita, fu affidata al piccolo borgo fortificato di Gregoriopoli (esteso su meno di 1 ha), posto nell’antico suburbio fuori porta Romana, sulla via Ostiense. La grande città romana, un tempo estesa su un’area di oltre 100 ha, fu lentamente dimenticata, mentre le rovine gradualmente scomparivano coperte dalla vegetazione e dalle dune di sabbia. In questo contributo è affrontato il tema delle possibili ricostruzioni dell’aspetto del territorio ostiense dall’XI secolo in poi, caratterizzato sempre più da calcare e cantieri di spoliazione, ma anche da isolati ruderi in fase di degrado progressivo. Dalle ricerche del Progetto Ostia Marina, missione archeologica dell’Università di Bologna a Ostia antica, inoltre, emerge un importante aspetto che riguarda il quartiere marittimo della città. Dopo secoli dal crollo degli edifici, nell’XI secolo una forte regressione marina riportò la linea di costa ai livelli di quella repubblicana. L’effetto di tale regressione, come è stato possibile appurare attraverso saggi lungo l’antica linea di costa, fu l’erosione e la distruzione graduale di intere strutture antiche, tanto che oggi siamo in grado di affermare che l’estensione della città nel suburbio marino travalicava quasi ovunque l’attuale recinzione del parco archeologico, con implicazioni anche sulla ricostruzione topografica della viabilità suburbana.
2020
VI ciclo di studi medievali
17
22
M.V. David, S. De Togni, F.R. Stasolla
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