«Poteva essere un bel Tour». Con queste amare parole il 25 luglio, dopo aver vinto la Pau-Saint Gaudens, undicesima tappa del Tour de France del 1950, Gino Bartali annunciò l’intenzione di ritirarsi dalla corsa a seguito delle violenze fisiche e verbali subite da lui e dai suoi compagni in particolare durante la salita dell’Aspin. L’obiettivo di questo articolo è di ricostruire, utilizzando come fonti oltre alla letteratura anche i quotidiani italiani e francesi del tempo e gli archivi diplomatici del ministero degli Esteri (Mae), le cause e le motivazioni che portarono la squadra italiana a ritirarsi dal Tour de France del 1950, non limitando lo sguardo ai soli “fatti dell’Aspin” ma allargandolo anche alla rivalità sportiva (ciclistica in particolare) e alle tensioni sociali che si erano create fra i due Paesi negli anni precedenti. Inoltre, si cercherà di evidenziare il ruolo svolto dalle diplomazie nell’evitare che una crisi, nata in ambito sportivo e accresciuta dall’importanza mediatica dell’evento, potesse trasformarsi in qualche cosa di più serio andando a minare il buon andamento delle relazioni tra Italia e Francia che, dopo essere state in guerra, stavano ricostruendo un percorso di reciproca fiducia.

«Poteva essere un bel Tour». Il ritiro degli italiani dalla "Grand Boucle" del 1950 e i suoi risvolti diplomatici

Nicola Sbetti
2019

Abstract

«Poteva essere un bel Tour». Con queste amare parole il 25 luglio, dopo aver vinto la Pau-Saint Gaudens, undicesima tappa del Tour de France del 1950, Gino Bartali annunciò l’intenzione di ritirarsi dalla corsa a seguito delle violenze fisiche e verbali subite da lui e dai suoi compagni in particolare durante la salita dell’Aspin. L’obiettivo di questo articolo è di ricostruire, utilizzando come fonti oltre alla letteratura anche i quotidiani italiani e francesi del tempo e gli archivi diplomatici del ministero degli Esteri (Mae), le cause e le motivazioni che portarono la squadra italiana a ritirarsi dal Tour de France del 1950, non limitando lo sguardo ai soli “fatti dell’Aspin” ma allargandolo anche alla rivalità sportiva (ciclistica in particolare) e alle tensioni sociali che si erano create fra i due Paesi negli anni precedenti. Inoltre, si cercherà di evidenziare il ruolo svolto dalle diplomazie nell’evitare che una crisi, nata in ambito sportivo e accresciuta dall’importanza mediatica dell’evento, potesse trasformarsi in qualche cosa di più serio andando a minare il buon andamento delle relazioni tra Italia e Francia che, dopo essere state in guerra, stavano ricostruendo un percorso di reciproca fiducia.
2019
Nicola Sbetti
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/764456
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