Lo studio del processo civile da una prospettiva sociologico giuridica rivela una pericolosa deriva aziendalista del legislatore italiano che porta il processo civile sempre più verso parametri di efficienza che nulla hanno a che fare con la cultura del processo e con i principi costituzionali che garantiscono l'accesso alla giustizia. Da una prospettiva ad ampio raggio e sulla base di studi pregressi si è indotti a constatare come: 1) Il legislatore stia conducendo sempre più il processo civile verso una deriva aziendalista; 2) Sia bene proporre dei percorsi alternativi al processo civile di cognizione. Ma alternative sono soprattutto le dispute, più che i percorsi; 3) La crisi della giustizia civile non si risolve se non si affronta seriamente la questione organizzativa; 4) Anche il migliore dei rimedi diventi il peggiore se abbandoniamo quei valori e quei principi che, oltre ad essere garantiti costituzionalmente, rappresentano l’anima del processo e che riversandosi nella dialettica processuale vede il processo come un essere bicefalo e non come un entità monocorde.
Stefania, P. (2020). Il dialogo tra magistratura e avvocatura. Per una comune cultura della giurisdizione. RIVISTA TRIMESTRALE DI DIRITTO E PROCEDURA CIVILE, 2(2), 511-529.
Il dialogo tra magistratura e avvocatura. Per una comune cultura della giurisdizione
Stefania, Pellegrini
2020
Abstract
Lo studio del processo civile da una prospettiva sociologico giuridica rivela una pericolosa deriva aziendalista del legislatore italiano che porta il processo civile sempre più verso parametri di efficienza che nulla hanno a che fare con la cultura del processo e con i principi costituzionali che garantiscono l'accesso alla giustizia. Da una prospettiva ad ampio raggio e sulla base di studi pregressi si è indotti a constatare come: 1) Il legislatore stia conducendo sempre più il processo civile verso una deriva aziendalista; 2) Sia bene proporre dei percorsi alternativi al processo civile di cognizione. Ma alternative sono soprattutto le dispute, più che i percorsi; 3) La crisi della giustizia civile non si risolve se non si affronta seriamente la questione organizzativa; 4) Anche il migliore dei rimedi diventi il peggiore se abbandoniamo quei valori e quei principi che, oltre ad essere garantiti costituzionalmente, rappresentano l’anima del processo e che riversandosi nella dialettica processuale vede il processo come un essere bicefalo e non come un entità monocorde.File | Dimensione | Formato | |
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