Tutti noi conosciamo la digitale, o meglio le "Digitalis", dato che a questo genere botanico appartengono diverse specie, fra cui molte ornamentali. Basti pensare alla bella ed elegante D. purpurea o “digitale rossa”, oppure alla più modesta ma altrettanto apprezzata D. lanata o “digitale lanata”, con i suoi fiori biancastri, venati di bruno, raccolti in densi e lunghi racemi (spighe) terminali. Oltre che per motivi puramente estetici e decorativi, le specie appartenenti al genere Digitalisi sono coltivate da secoli in quanto note officinali. Dalle loro foglie si estraggono infatti importanti fitocomplessi cardioattivi utilizzati nel trattamento dell’insufficienza cardiaca e delle aritmie in genere. Ma per noi che amiamo circondarci di piante belle e colorate, le digitali costituiscono innanzitutto degli splendidi ornamenti del nostro giardino. Ciò è vero finché non intervengono degli strani ed insoliti patogeni chiamati fitoplasmi. Si tratta di organismi unicellulari, privi di nucleo, che vivono nella pianta alterando la circolazione della linfa elaborata, l'equilibrio degli ormoni e dei regolatori di crescita, ed inducendo così gravi malformazioni ed anomalie nello sviluppo. La digitale infetta da fitoplasmi è quasi irriconoscibile. Non solo le foglie evidenziano i tipici “giallumi”, ma anche le spighe mostrano sintomi di “virescenza” (ossia inverdimento dei petali) e “fillodia” (trasformazione di organi fiorali in foglie o germogli), con sviluppo anomalo di germogli laterali, originatisi spesso dagli stessi organi fiorali. In altre parole, i racemi diventano degli ammassi di piccole foglioline, oppure, nei casi meno gravi, parte dei fiori prodotti su di una stessa spiga sono completamente verdi. Le immagini, in questo caso relative alla digitale lanata, più d’ogni parola danno l’idea di come possa trasformarsi una pianta infetta. Cosa fare? E’ intuitivo che di fronte ad una malattia così grave e devastante per la digitale non si può fare nulla, se non eliminare tutti gli individui sitomatici. Non dimentichiamo che i fitoplasmi possono essere facilmente trasmessi alle piante sane circostanti (anche di altri generi) dalle cicaline. Niente paura, invece, per quel che riguarda il terreno che, pur avendo ospitato piante infette, non ne rimane contaminato, per cui non occorrono sterilizzazioni o precauzioni particolari.

"Virescenza" della digitale / Bellardi M.G.. - In: GIARDINI. - ISSN 0394-0853. - STAMPA. - 237:(2009), pp. 29-29.

"Virescenza" della digitale

BELLARDI, MARIA GRAZIA
2009

Abstract

Tutti noi conosciamo la digitale, o meglio le "Digitalis", dato che a questo genere botanico appartengono diverse specie, fra cui molte ornamentali. Basti pensare alla bella ed elegante D. purpurea o “digitale rossa”, oppure alla più modesta ma altrettanto apprezzata D. lanata o “digitale lanata”, con i suoi fiori biancastri, venati di bruno, raccolti in densi e lunghi racemi (spighe) terminali. Oltre che per motivi puramente estetici e decorativi, le specie appartenenti al genere Digitalisi sono coltivate da secoli in quanto note officinali. Dalle loro foglie si estraggono infatti importanti fitocomplessi cardioattivi utilizzati nel trattamento dell’insufficienza cardiaca e delle aritmie in genere. Ma per noi che amiamo circondarci di piante belle e colorate, le digitali costituiscono innanzitutto degli splendidi ornamenti del nostro giardino. Ciò è vero finché non intervengono degli strani ed insoliti patogeni chiamati fitoplasmi. Si tratta di organismi unicellulari, privi di nucleo, che vivono nella pianta alterando la circolazione della linfa elaborata, l'equilibrio degli ormoni e dei regolatori di crescita, ed inducendo così gravi malformazioni ed anomalie nello sviluppo. La digitale infetta da fitoplasmi è quasi irriconoscibile. Non solo le foglie evidenziano i tipici “giallumi”, ma anche le spighe mostrano sintomi di “virescenza” (ossia inverdimento dei petali) e “fillodia” (trasformazione di organi fiorali in foglie o germogli), con sviluppo anomalo di germogli laterali, originatisi spesso dagli stessi organi fiorali. In altre parole, i racemi diventano degli ammassi di piccole foglioline, oppure, nei casi meno gravi, parte dei fiori prodotti su di una stessa spiga sono completamente verdi. Le immagini, in questo caso relative alla digitale lanata, più d’ogni parola danno l’idea di come possa trasformarsi una pianta infetta. Cosa fare? E’ intuitivo che di fronte ad una malattia così grave e devastante per la digitale non si può fare nulla, se non eliminare tutti gli individui sitomatici. Non dimentichiamo che i fitoplasmi possono essere facilmente trasmessi alle piante sane circostanti (anche di altri generi) dalle cicaline. Niente paura, invece, per quel che riguarda il terreno che, pur avendo ospitato piante infette, non ne rimane contaminato, per cui non occorrono sterilizzazioni o precauzioni particolari.
2009
"Virescenza" della digitale / Bellardi M.G.. - In: GIARDINI. - ISSN 0394-0853. - STAMPA. - 237:(2009), pp. 29-29.
Bellardi M.G.
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