L’articolo intende mostrare qual è la funzione che alle immagini attribuisce la psichiatria francese dell’Ottocento. L’incontro tra i medici e le immagini non ha nulla di episodico, ma si direbbe propedeutico alla nascita stessa del sapere psichiatrico, la cui affermazione verrà poi caratterizzata dalla frequente mobilitazione di pittura, fisiognomica, storia dell’arte e fotografia. In questo sforzo, però, la stessa psichiatria si rivela una “scienza dell’ignoto”, secondo la celebre definizione di Jurgis Baltrušaitis, che “più sottilizza, più depura le proprie nozioni, più si sforza di darsi basi solide, più si smarrisce nel fantastico”. Un caso esemplare di questo capovolgimento ce lo forniscono i rapporti intercorsi tra lo spiritismo, la religiosità popolare (in riferimento ai primi pellegrinaggi al santuario di Lourdes) e il lavoro che svolgono le immagini nel tentativo di comprovare la legittimità delle diagnosi e degli strumenti terapeutici. L’immagine, alla fine, si rivela ambivalente, perché insieme e attraverso l’organizzazione figurativa del sintomo rivela quali sono i rapporti di forza che lo hanno posto in primo piano. Con riferimento ad autori come Michel Foucault, Georges Didi-Huberman o Claude Quétel, l’articolo intende tratteggiare sulla letteratura dell’epoca una genealogia di queste correlazioni e del significato che possono assumere nella definizione più generale dell’esperienza estetica.

Spiritismo e psichiatria: nel futuro anteriore delle immagini

Pierpaolo Ascari
2020

Abstract

L’articolo intende mostrare qual è la funzione che alle immagini attribuisce la psichiatria francese dell’Ottocento. L’incontro tra i medici e le immagini non ha nulla di episodico, ma si direbbe propedeutico alla nascita stessa del sapere psichiatrico, la cui affermazione verrà poi caratterizzata dalla frequente mobilitazione di pittura, fisiognomica, storia dell’arte e fotografia. In questo sforzo, però, la stessa psichiatria si rivela una “scienza dell’ignoto”, secondo la celebre definizione di Jurgis Baltrušaitis, che “più sottilizza, più depura le proprie nozioni, più si sforza di darsi basi solide, più si smarrisce nel fantastico”. Un caso esemplare di questo capovolgimento ce lo forniscono i rapporti intercorsi tra lo spiritismo, la religiosità popolare (in riferimento ai primi pellegrinaggi al santuario di Lourdes) e il lavoro che svolgono le immagini nel tentativo di comprovare la legittimità delle diagnosi e degli strumenti terapeutici. L’immagine, alla fine, si rivela ambivalente, perché insieme e attraverso l’organizzazione figurativa del sintomo rivela quali sono i rapporti di forza che lo hanno posto in primo piano. Con riferimento ad autori come Michel Foucault, Georges Didi-Huberman o Claude Quétel, l’articolo intende tratteggiare sulla letteratura dell’epoca una genealogia di queste correlazioni e del significato che possono assumere nella definizione più generale dell’esperienza estetica.
2020
Pierpaolo Ascari
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