Con l’emanazione della Lex N°17 del 26.01.1962 che elevò fino alla considerevole cifra di 20 miliardi di lire il precedente stanziamento di 1.4 miliardi disposto con la Lex N° 53 del 15 febbraio del 1961 – finanziamento per l’incremento dell’edilizia scolastica prefabbricata - prende avvio una vicenda singolare nel processo di sviluppo dell’industrializzazione edilizia italiana del dopoguerra. Alla modesta e circostanziata istanza posta dalla legge del 1961 di “provvedere alla deficienza delle aule scolastiche” – istanza che già dal 1957 aveva indotto La Direzione Generale dell’Istruzione Elementare a finanziare ampliamenti dei plessi esistenti con “padiglioni” prefabbricati – si sostituisce, nel successivo anno, un progetto di più grande respiro mirato a soddisfare non solo le necessità contingenti (quale in particolare quella del comune di Napoli oggetto di un capitolo specifico e riservato del finanziamento) ma anche a fornire risposte ad una più organica programmazione dei futuri interventi da attuare per garantire una migliore rispondenza agli standard dimensionali e funzionali previsti con la crescita della scolarizzazione primaria. In questo contesto e secondo tali finalità, il 1° giugno del 1962 viene indetto un appalto concorso, distinto in due fasi: la prima inerente la qualificazione dei sistemi di costruzione a elementi modulari proposti dalle Ditte partecipanti; la seconda per l’aggiudicazione delle opere finanziate dal Ministero e consistenti in 339 edifici scolastici da realizzare in 35 province italiane. Solo 24 delle 108 ditte invitate superano la prima fase e di queste 21 avranno poi l’incarico ad eseguire le opere sotto la Direzione dei lavori eseguita direttamente dall’Istituto di Sviluppo dell’Edilizia Sociale (ISES). Tale circostanziata esperienza, legata all’emanazione di una specifica legge coperta con cospicuo finanziamento statale, rappresenta un passaggio importante nel processo di sviluppo dell’edilizia prefabbricata in Italia poiché segna l’inizio della ricerca sperimentale in questo campo con la disposizione dello stesso art. 3 che autorizzò o stanziamento di 100 milioni di lire destinati espressamente al finanziamento di “studi di programmazione e razionalizzazione relativi all’edilizia scolastica prefabbricata”.
R.Gulli (2008). L’edilizia scolastica prefabbricata in Italia. La sperimentazione degli anni '60. NAPOLI : cuzzolin.
L’edilizia scolastica prefabbricata in Italia. La sperimentazione degli anni '60
GULLI, RICCARDO
2008
Abstract
Con l’emanazione della Lex N°17 del 26.01.1962 che elevò fino alla considerevole cifra di 20 miliardi di lire il precedente stanziamento di 1.4 miliardi disposto con la Lex N° 53 del 15 febbraio del 1961 – finanziamento per l’incremento dell’edilizia scolastica prefabbricata - prende avvio una vicenda singolare nel processo di sviluppo dell’industrializzazione edilizia italiana del dopoguerra. Alla modesta e circostanziata istanza posta dalla legge del 1961 di “provvedere alla deficienza delle aule scolastiche” – istanza che già dal 1957 aveva indotto La Direzione Generale dell’Istruzione Elementare a finanziare ampliamenti dei plessi esistenti con “padiglioni” prefabbricati – si sostituisce, nel successivo anno, un progetto di più grande respiro mirato a soddisfare non solo le necessità contingenti (quale in particolare quella del comune di Napoli oggetto di un capitolo specifico e riservato del finanziamento) ma anche a fornire risposte ad una più organica programmazione dei futuri interventi da attuare per garantire una migliore rispondenza agli standard dimensionali e funzionali previsti con la crescita della scolarizzazione primaria. In questo contesto e secondo tali finalità, il 1° giugno del 1962 viene indetto un appalto concorso, distinto in due fasi: la prima inerente la qualificazione dei sistemi di costruzione a elementi modulari proposti dalle Ditte partecipanti; la seconda per l’aggiudicazione delle opere finanziate dal Ministero e consistenti in 339 edifici scolastici da realizzare in 35 province italiane. Solo 24 delle 108 ditte invitate superano la prima fase e di queste 21 avranno poi l’incarico ad eseguire le opere sotto la Direzione dei lavori eseguita direttamente dall’Istituto di Sviluppo dell’Edilizia Sociale (ISES). Tale circostanziata esperienza, legata all’emanazione di una specifica legge coperta con cospicuo finanziamento statale, rappresenta un passaggio importante nel processo di sviluppo dell’edilizia prefabbricata in Italia poiché segna l’inizio della ricerca sperimentale in questo campo con la disposizione dello stesso art. 3 che autorizzò o stanziamento di 100 milioni di lire destinati espressamente al finanziamento di “studi di programmazione e razionalizzazione relativi all’edilizia scolastica prefabbricata”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.