Il saggio affronta il rapporto tra la forma di governo democratico-costituzionale e le società multiculturali e pluriconfessionali e analizza le possibili trasformazioni che le mutate condizioni sociali e culturali possono indurre nella configurazione costituzionale delle odierne democrazie. In particolare il saggio oppone all'ipotesi di una "cultura guida" fondata sulle radici della tradizione cristiana occidentale, il fondamento rappresentato dai "principi" delle costituzioni. Questo fondamento costituzionale non è tuttavia incompatibile con la possibilità di un "pluralismo normativo" che riconosca le differenti identità culturali. Su questa base può delinearsi un "democrazia costituzionale multiculturale". Il saggio individua poi, sulla scorta della lezione di Hans Kelsen, nel relativismo la filosofia della democrazia. Questa prospettiva esclude che la dialettica politica della democrazia possa basarsi sulla proclamazione di "verità" contrapposte: ciò finirebbe solo per annullare la posizione della maggioranza che, in democrazia, esiste solo "relativamente" al riconoscimento dei diritti delle minoranze. Infine il saggio mette in discussione la presenza della religione nello spazio pubblico della politica che rappresenterebbe la crisi del processo di secolarizzazione dello Stato prodotto all'interno della storia costituzionale occidentale.
G. Gozzi (2009). In difesa del relativismo. IL MULINO, 2/2009, 183-198.
In difesa del relativismo
GOZZI, GUSTAVO
2009
Abstract
Il saggio affronta il rapporto tra la forma di governo democratico-costituzionale e le società multiculturali e pluriconfessionali e analizza le possibili trasformazioni che le mutate condizioni sociali e culturali possono indurre nella configurazione costituzionale delle odierne democrazie. In particolare il saggio oppone all'ipotesi di una "cultura guida" fondata sulle radici della tradizione cristiana occidentale, il fondamento rappresentato dai "principi" delle costituzioni. Questo fondamento costituzionale non è tuttavia incompatibile con la possibilità di un "pluralismo normativo" che riconosca le differenti identità culturali. Su questa base può delinearsi un "democrazia costituzionale multiculturale". Il saggio individua poi, sulla scorta della lezione di Hans Kelsen, nel relativismo la filosofia della democrazia. Questa prospettiva esclude che la dialettica politica della democrazia possa basarsi sulla proclamazione di "verità" contrapposte: ciò finirebbe solo per annullare la posizione della maggioranza che, in democrazia, esiste solo "relativamente" al riconoscimento dei diritti delle minoranze. Infine il saggio mette in discussione la presenza della religione nello spazio pubblico della politica che rappresenterebbe la crisi del processo di secolarizzazione dello Stato prodotto all'interno della storia costituzionale occidentale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.