‘I’ll take two.’ Migration, terrorism, and the Italian military engagement in Niger and Libya

In January 2018, the Italian parliament approved a new military operation in Niger and an extension to the existing deployment in Libya. Italian leaders explicitly cast this as a ‘pivot’ to Africa, a ‘relocation of troops’ from Afghanistan and Iraq to the Sahel and Northern Africa. What factors underlie this strategic shift? Despite the importance of this question, to date, little analysis of the decision-making process underpinning the recent change has been forthcoming. The article seeks to address this gap through an analysis of the parliamentary debates on the missions. Specifically, it examines the ‘relative importance’ of the two threats/challenges motivating the interventions: irregular immigration into the E.U. (and the related smuggling phenomena) and transnational terrorism. The article contributes to the ongoing debate on the evolution of the Italian foreign, security and defence policy in the broader Mediterranean, offering insights for comparative analyses with other states engaged in those contexts.

Nel gennaio 2018, il Parlamento italiano ha approvato una nuova operazione militare in Niger e un’estensione dell’impegno in Libia. I leader politici italiani hanno espressamente fatto riferimento a un ‘ri-orientamento strategico’ verso l’Africa, un ricollocamento di truppe ‘dall’Afghanistan a Sahel e Nord Africa’. Quali sono i fattori alla base di questo cambiamento strategico? Nonostante l’importanza di questa domanda, ad oggi, sono poche – o assenti – le analisi del processo decisionale alla base di tale recente cambiamento. Il paper cerca di colmare questa lacuna attraverso un’analisi dei dibattiti parlamentari sulle missioni, esaminando in particolare l’’’importanza relativa’ delle due minacce/sfide alla base delle stesse: immigrazione irregolare verso l’U.E. (e i relativi fenomeni di traffico di esseri umani) e terrorismo transnazionale. Il paper contribuisce al dibattito in corso sull’ evoluzione della politica estera e di difesa italiana nel ‘Mediterraneo allargato’, offrendo spunti per analisi comparate con altri stati impegnati nell’area