L’associazione statisticamente significativa tra differenziali socioeconomici ed eventi avversi durante la gravidanza, la nascita e il primo anno di vita (come basso peso, natimortalità, mortalità infantile e sue componenti) è stata documentata sia a livello internazionale che a livello italiano. In Italia, nonostante il continuo miglioramento dei principali indicatori di salute infantile, si continuano a registrare importanti disparità geografiche tra le regioni del Sud e quelle del Nord con un gap, nel 2005, per quanto riguarda la sola mortalità infantile, del 39%. Il guadagno in salute, imputabile a diversi fattori tra cui sicuramente anche l’innovazione tecnologica e l’organizzazione delle cure, sembra avvenire con modalità e velocità diverse a seconda dei sottogruppi di popolazione. Quantificare tale gap, identificare i gruppi più a rischio e individuare i determinanti delle differenze, può aiutare da una parte gli operatori sanitari a definire meglio le aree prioritarie e le categorie di persone su cui poi concentrare interventi di provata efficacia, e dall’altra i decisori ad orientare al meglio le politiche socio-sanitarie.
Le disuguaglianze in ambito materno infantile e gli interventi di dimostrata efficacia per ridurle
FANTINI, MARIA PIA;DALLOLIO, LAURA
2009
Abstract
L’associazione statisticamente significativa tra differenziali socioeconomici ed eventi avversi durante la gravidanza, la nascita e il primo anno di vita (come basso peso, natimortalità, mortalità infantile e sue componenti) è stata documentata sia a livello internazionale che a livello italiano. In Italia, nonostante il continuo miglioramento dei principali indicatori di salute infantile, si continuano a registrare importanti disparità geografiche tra le regioni del Sud e quelle del Nord con un gap, nel 2005, per quanto riguarda la sola mortalità infantile, del 39%. Il guadagno in salute, imputabile a diversi fattori tra cui sicuramente anche l’innovazione tecnologica e l’organizzazione delle cure, sembra avvenire con modalità e velocità diverse a seconda dei sottogruppi di popolazione. Quantificare tale gap, identificare i gruppi più a rischio e individuare i determinanti delle differenze, può aiutare da una parte gli operatori sanitari a definire meglio le aree prioritarie e le categorie di persone su cui poi concentrare interventi di provata efficacia, e dall’altra i decisori ad orientare al meglio le politiche socio-sanitarie.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.