INTRODUZIONE. La colonna vertebrale è la seconda sede di localizzazione di lesioni secondarie, in pazienti con tumo- re maligno sistemico, dopo il cervello, in quanto tale inte- ressamento compare in circa il 5% dei pazienti. L’età media dei pazienti con questo tipo di lesioni è di 53-58 anni, ma si possono rilevare in tutte le età e la sede più spesso interessata è il tratto toracico. La diagnosi differen- ziale con altre lesioni è spesso difficile, a volte è necessa- ria la biopsia. Vengono presentati quadri neuroradiologici di lesioni metastatiche del rachide e l’indicazione all’uso delle diverse metodiche di studio con le problematiche di diagnosi differenziale. Gli esami sono stati effettuati prin- cipalmente con la TC (Tomografia Computerizzata) e con la RM (Risonanza Magnetica) ad alto campo 3.0 T whole- body scanner (General Electric Medical System Milwau- kee, Wisconsin). RISULTATI. La TC permette di rilevare facilmente la distru- zione osso, la rottura della corticale e la diffusione allo spa- zio paravertebrale. La RM è più sensibile nel rilevare meta- stasi dei corpi vertebrali e spazi extradurali, ma soprattutto evidenzia la molteplicità delle lesioni. Dall’esame dei diversi quadri RM presentati dai pazienti con metastasi del rachide emerge che le lesioni metastatiche sono polimorfe e senza caratteristiche di segnale specifiche che permetta- no di correlarle al tumore di origine. Il segnale è infatti: ipointenso in T1, ipo-, iso-, iperintenso in T2, ipointenso in T1 e T2 se addensanti. L’emorragia intralesionale è rara e dopo somministrazione di mezzo di contrasto (MDC) il pattern estremamente variabile: possono mostrare poten- ziamento dopo MDC intenso, medio o assente. Particolar- mente utili sono le sequenze Fat-sat (fat-saturation), se- quenze cioè che sopprimono il segnale del grasso, facendo risaltare la sostituzione del midollo osseo con tessuto neo- plastico. La somministrazione del MDC consente di: valu- tare l’interessamento delle strutture interne al canale verte- brale: meningi, midollo, radici, e l’interessamento delle strutture esterne al canale vertebrale: tessuti paravertebrali e l’alterazione della permeabilità dell’osso con l’uso di sequenze volumetriche-dinamiche. Queste sequenze messe a punto con apparecchiatura ad alto campo 3 Tesla consen- tono in misurare, durante il passaggio del mezzo di contra- sto, la variazione di permeabilità dell’osso alterato in caso di presenza di tessuto neoplastico e/o infiammatorio. La diagnosi differenziale delle lesioni secondarie del rachide va posta con molte altre patologie, di cui le più comuni sono: tumori maligni del tessuto ematopoietico, frattura o- steoporotica, normale degenerazione del midollo osseo dell’anziano, angioma osseo e le altre patologie ossee de- struenti. Particolare rilevanza viene data alla diagnosi dif- ferenziale fra la compressione midollare da crollo osteopo- rotico benigno, in cui il segnale (alto in T1 e basso in T2) del corpo vertebrale interessato, è analogo a quello delle altre vertebre e la compressione midollare da frattura pato- logica, in cui il segnale del corpo vertebrale interessato è diverso da quello delle altre vertebre (spesso ipointenso in T1 ed iperintenso in T2). Da notare poi che, in caso di crol- lo da localizzazione secondaria, si ha spesso l’interessa- mento anche dei peduncoli vertebrali e di più vertebre.

A. BACCI, P.F. (2009). Compressioni midollari da metastasi spinali Diagnosi neuroradiologica con apparecchiatura RM ad alto campo 3 Tesla. RIVISTA MEDICA, 15(2), 1-336.

Compressioni midollari da metastasi spinali Diagnosi neuroradiologica con apparecchiatura RM ad alto campo 3 Tesla

P. FERACO;R. AGATI;M. LEONARDI
2009

Abstract

INTRODUZIONE. La colonna vertebrale è la seconda sede di localizzazione di lesioni secondarie, in pazienti con tumo- re maligno sistemico, dopo il cervello, in quanto tale inte- ressamento compare in circa il 5% dei pazienti. L’età media dei pazienti con questo tipo di lesioni è di 53-58 anni, ma si possono rilevare in tutte le età e la sede più spesso interessata è il tratto toracico. La diagnosi differen- ziale con altre lesioni è spesso difficile, a volte è necessa- ria la biopsia. Vengono presentati quadri neuroradiologici di lesioni metastatiche del rachide e l’indicazione all’uso delle diverse metodiche di studio con le problematiche di diagnosi differenziale. Gli esami sono stati effettuati prin- cipalmente con la TC (Tomografia Computerizzata) e con la RM (Risonanza Magnetica) ad alto campo 3.0 T whole- body scanner (General Electric Medical System Milwau- kee, Wisconsin). RISULTATI. La TC permette di rilevare facilmente la distru- zione osso, la rottura della corticale e la diffusione allo spa- zio paravertebrale. La RM è più sensibile nel rilevare meta- stasi dei corpi vertebrali e spazi extradurali, ma soprattutto evidenzia la molteplicità delle lesioni. Dall’esame dei diversi quadri RM presentati dai pazienti con metastasi del rachide emerge che le lesioni metastatiche sono polimorfe e senza caratteristiche di segnale specifiche che permetta- no di correlarle al tumore di origine. Il segnale è infatti: ipointenso in T1, ipo-, iso-, iperintenso in T2, ipointenso in T1 e T2 se addensanti. L’emorragia intralesionale è rara e dopo somministrazione di mezzo di contrasto (MDC) il pattern estremamente variabile: possono mostrare poten- ziamento dopo MDC intenso, medio o assente. Particolar- mente utili sono le sequenze Fat-sat (fat-saturation), se- quenze cioè che sopprimono il segnale del grasso, facendo risaltare la sostituzione del midollo osseo con tessuto neo- plastico. La somministrazione del MDC consente di: valu- tare l’interessamento delle strutture interne al canale verte- brale: meningi, midollo, radici, e l’interessamento delle strutture esterne al canale vertebrale: tessuti paravertebrali e l’alterazione della permeabilità dell’osso con l’uso di sequenze volumetriche-dinamiche. Queste sequenze messe a punto con apparecchiatura ad alto campo 3 Tesla consen- tono in misurare, durante il passaggio del mezzo di contra- sto, la variazione di permeabilità dell’osso alterato in caso di presenza di tessuto neoplastico e/o infiammatorio. La diagnosi differenziale delle lesioni secondarie del rachide va posta con molte altre patologie, di cui le più comuni sono: tumori maligni del tessuto ematopoietico, frattura o- steoporotica, normale degenerazione del midollo osseo dell’anziano, angioma osseo e le altre patologie ossee de- struenti. Particolare rilevanza viene data alla diagnosi dif- ferenziale fra la compressione midollare da crollo osteopo- rotico benigno, in cui il segnale (alto in T1 e basso in T2) del corpo vertebrale interessato, è analogo a quello delle altre vertebre e la compressione midollare da frattura pato- logica, in cui il segnale del corpo vertebrale interessato è diverso da quello delle altre vertebre (spesso ipointenso in T1 ed iperintenso in T2). Da notare poi che, in caso di crol- lo da localizzazione secondaria, si ha spesso l’interessa- mento anche dei peduncoli vertebrali e di più vertebre.
2009
A. BACCI, P.F. (2009). Compressioni midollari da metastasi spinali Diagnosi neuroradiologica con apparecchiatura RM ad alto campo 3 Tesla. RIVISTA MEDICA, 15(2), 1-336.
A. BACCI, P. FERACO, A.F. MARLIANI, R. AGATI, M. LEONARDI
File in questo prodotto:
Eventuali allegati, non sono esposti

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/755187
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact