La definizione che Gramsci diede dell'intellettuale è famosa ma non è necessariamente uguale e nemmaùeno compatibile con le definizioni datene da altri autori e studiosi. Al riguardo basta pensare a pensatori come Weber e Mannheim. Inoltre, nella sua definizione di "intellettuale", qui di tipo "tradizionale" Gramsci parte da lontano nella sua analisi dell'intellettuale tradiziùonale italiano, tenendo conto dei ruoli, ad esempio, della chiesa romana e del diritto romano. Ciò ha condotto alcuni studiosi, ad esempio i gramscista inglese Roger Simon, a negare che il concetto di intellettuale tradizionale fosse utile o pertinente ad una società come quella britannnica. Ciò da lugo ovviamente a problemi di traduzione, non della parola (problema banale) ma del concetto. Si prova ad applicare in questo lavoro l'approccio abbozzato da Gramsci nelle sue note sulla traducibilità dei concetti per dimostrare come, in una società diversa per certi aspetti da quella italiana, può avere pertinenza il concetto di "intellettuale tradizionale" e qual è o portrebbe essere la triaùettoria della loro formazione. Punti di riferimento sono le analisi di Engels nel '800 (su cui in parte Gramsci si basa per l'analisi ddegli intellettuali inglesi), di D.S. Mirsky (autore citato da Gramsci ma all'insaputa del pensatore sardo autore anche di un libro fondamentale sugli intellettuali britannici), di Perry Anderson, autore di un saggio molto importante che risale agli anni '60 del '900, nonché del grande critico Raymond Williams. Si conclude con una riflessione sui cambiamenti nel ruolo e nella fgura dell'intellettuale (tradizionale ed organico) nel mondo globalizzato e nella c.d. società civile globale.

Intellettuali nuovi nella società civile mondiale / Boothman D.. - STAMPA. - (2008), pp. 231-252. (Intervento presentato al convegno Constructing Identities. Translations, Cultures, Nations tenutosi a Forlì nel maggio 2003).

Intellettuali nuovi nella società civile mondiale

BOOTHMAN, DEREK
2008

Abstract

La definizione che Gramsci diede dell'intellettuale è famosa ma non è necessariamente uguale e nemmaùeno compatibile con le definizioni datene da altri autori e studiosi. Al riguardo basta pensare a pensatori come Weber e Mannheim. Inoltre, nella sua definizione di "intellettuale", qui di tipo "tradizionale" Gramsci parte da lontano nella sua analisi dell'intellettuale tradiziùonale italiano, tenendo conto dei ruoli, ad esempio, della chiesa romana e del diritto romano. Ciò ha condotto alcuni studiosi, ad esempio i gramscista inglese Roger Simon, a negare che il concetto di intellettuale tradizionale fosse utile o pertinente ad una società come quella britannnica. Ciò da lugo ovviamente a problemi di traduzione, non della parola (problema banale) ma del concetto. Si prova ad applicare in questo lavoro l'approccio abbozzato da Gramsci nelle sue note sulla traducibilità dei concetti per dimostrare come, in una società diversa per certi aspetti da quella italiana, può avere pertinenza il concetto di "intellettuale tradizionale" e qual è o portrebbe essere la triaùettoria della loro formazione. Punti di riferimento sono le analisi di Engels nel '800 (su cui in parte Gramsci si basa per l'analisi ddegli intellettuali inglesi), di D.S. Mirsky (autore citato da Gramsci ma all'insaputa del pensatore sardo autore anche di un libro fondamentale sugli intellettuali britannici), di Perry Anderson, autore di un saggio molto importante che risale agli anni '60 del '900, nonché del grande critico Raymond Williams. Si conclude con una riflessione sui cambiamenti nel ruolo e nella fgura dell'intellettuale (tradizionale ed organico) nel mondo globalizzato e nella c.d. società civile globale.
2008
Constructing Identities. Translations, Cultures, Nations
231
252
Intellettuali nuovi nella società civile mondiale / Boothman D.. - STAMPA. - (2008), pp. 231-252. (Intervento presentato al convegno Constructing Identities. Translations, Cultures, Nations tenutosi a Forlì nel maggio 2003).
Boothman D.
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