Il lavoro si propone di analizzare la disciplina dell’avvalimento, con particolare attenzione alla natura giuridica dell’istituto ed al suo rapporto con altre forme di organizzazione dell’impresa disciplinate nell’ambito della contrattualistica pubblica. L’avvalimento si presenta come una fattispecie complessa, di recente disciplina, la cui ratio appare volta a consentire la partecipazione alle procedure di gara per l’affidamento di contratti pubblici ad una platea di concorrenti più ampia possibile; addirittura comprensiva di soggetti che, diversamente, risulterebbero carenti dei necessari requisiti di capacità. I profili di complessità che l’avvalimento presenta richiedono, pertanto, oltre ad una breve ricostruzione evolutiva, essenziale al fine di chiarire le ragioni della sua introduzione, anche un’analisi delle principali problematiche, in particolare di natura definitoria, che l’istituto solleva. D’altra parte, il dibattito che da qualche tempo interessa la materia ne dimostra la crescente importanza. Ciò detto, una delle principali ragioni poste a fondamento del rilievo assunto dall’istituto risiede, ad avviso di chi scrive, nella possibilità di considerare l’avvalimento come modulo organizzativo dell’impresa di carattere generale, nell’ambito dei rapporti contrattuali con la pubblica amministrazione. In base a tale principio il legislatore consente la partecipazione alle procedure di gara ad evidenza pubblica anche a concorrenti che non sono autonomamente in possesso delle richieste condizioni di capacità – e, dunque, di idoneità – rilevanti sotto il profilo economico, tecnico ovvero organizzativo, in ragione di un (auspicato) maggior grado di concorrenzialità del mercato dei contratti pubblici. Quanto l’introduzione di un siffatto istituto sia effettivamente idonea a determinare una condizione di maggiore concorrenzialità nelle procedure di gara ad evidenza pubblica è questione di merito ancora oggetto di discussione. Sul piano giuridico, invece, l’introduzione dell’avvalimento nel quadro della disciplina dei contratti pubblici richiede certamente un’attenta ponderazione dei principali profili di problematicità che ne derivano, dal momento che la materia in cui si colloca l’istituto risponde ad una pluralità di principi di garanzia che, sul piano ordinamentale interno, sono in definitiva espressione dei precetti di cui all’art. 97 Cost.

D.Senzani (2009). L'avvalimento come modulo organizzativo dell'impresa nei contratti pubblici. RIVISTA TRIMESTRALE DEGLI APPALTI, 1, 99-139.

L'avvalimento come modulo organizzativo dell'impresa nei contratti pubblici

SENZANI, DANIELE
2009

Abstract

Il lavoro si propone di analizzare la disciplina dell’avvalimento, con particolare attenzione alla natura giuridica dell’istituto ed al suo rapporto con altre forme di organizzazione dell’impresa disciplinate nell’ambito della contrattualistica pubblica. L’avvalimento si presenta come una fattispecie complessa, di recente disciplina, la cui ratio appare volta a consentire la partecipazione alle procedure di gara per l’affidamento di contratti pubblici ad una platea di concorrenti più ampia possibile; addirittura comprensiva di soggetti che, diversamente, risulterebbero carenti dei necessari requisiti di capacità. I profili di complessità che l’avvalimento presenta richiedono, pertanto, oltre ad una breve ricostruzione evolutiva, essenziale al fine di chiarire le ragioni della sua introduzione, anche un’analisi delle principali problematiche, in particolare di natura definitoria, che l’istituto solleva. D’altra parte, il dibattito che da qualche tempo interessa la materia ne dimostra la crescente importanza. Ciò detto, una delle principali ragioni poste a fondamento del rilievo assunto dall’istituto risiede, ad avviso di chi scrive, nella possibilità di considerare l’avvalimento come modulo organizzativo dell’impresa di carattere generale, nell’ambito dei rapporti contrattuali con la pubblica amministrazione. In base a tale principio il legislatore consente la partecipazione alle procedure di gara ad evidenza pubblica anche a concorrenti che non sono autonomamente in possesso delle richieste condizioni di capacità – e, dunque, di idoneità – rilevanti sotto il profilo economico, tecnico ovvero organizzativo, in ragione di un (auspicato) maggior grado di concorrenzialità del mercato dei contratti pubblici. Quanto l’introduzione di un siffatto istituto sia effettivamente idonea a determinare una condizione di maggiore concorrenzialità nelle procedure di gara ad evidenza pubblica è questione di merito ancora oggetto di discussione. Sul piano giuridico, invece, l’introduzione dell’avvalimento nel quadro della disciplina dei contratti pubblici richiede certamente un’attenta ponderazione dei principali profili di problematicità che ne derivano, dal momento che la materia in cui si colloca l’istituto risponde ad una pluralità di principi di garanzia che, sul piano ordinamentale interno, sono in definitiva espressione dei precetti di cui all’art. 97 Cost.
2009
D.Senzani (2009). L'avvalimento come modulo organizzativo dell'impresa nei contratti pubblici. RIVISTA TRIMESTRALE DEGLI APPALTI, 1, 99-139.
D.Senzani
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