Come costruire un approccio critico a queste nuove forme di impresa, la cui logica algoritmica e manageriale resta impenetrabile ai vari soggetti coinvolti e la cui risonanza si estende alla società in generale? Quello che vorrei proporre è l’elaborazione di uno sguardo logistico come principio metodologico in grado di scardinare l’opacità e l’asimmetria delle piattaforme. Lo sguardo logistico mette a fuoco effetti e resistenze generati dalle piattaforme attraverso una mappatura degli assemblaggi, delle catene, delle connessioni, dei punti di condensazione o di rottura, dei canali, dei corridoi, degli hub all’interno dei quali queste agiscono. Le piattaforme, dunque, non solo come infrastrutture più o meno neutrali, ma anche come attori economici, politici e culturali. Emerge così un ventaglio di processi in atto – dai tentativi di legiferazione alla contro-logistica esercitata da alcune soggettività posizionate all’interno dei processi produttivi contemporanei e globali quali i facchini della logistica e i riders del food delivery – che colpiscono le piattaforme come tempeste e ne bloccano flussi e affidabilità. Alcuni di questi processi possono essere interpretati come il tentativo di scardinare le scatole nere per riappropriarsi della possibilità di organizzazione e di generare forme autonome di cooperazione.
Maurilio Pirone (2018). Piattaforme, scatole nere, tempeste. Passato e presente del capitalismo digitale. ZAPRUDER, 46, 46-63.
Piattaforme, scatole nere, tempeste. Passato e presente del capitalismo digitale
Maurilio Pirone
2018
Abstract
Come costruire un approccio critico a queste nuove forme di impresa, la cui logica algoritmica e manageriale resta impenetrabile ai vari soggetti coinvolti e la cui risonanza si estende alla società in generale? Quello che vorrei proporre è l’elaborazione di uno sguardo logistico come principio metodologico in grado di scardinare l’opacità e l’asimmetria delle piattaforme. Lo sguardo logistico mette a fuoco effetti e resistenze generati dalle piattaforme attraverso una mappatura degli assemblaggi, delle catene, delle connessioni, dei punti di condensazione o di rottura, dei canali, dei corridoi, degli hub all’interno dei quali queste agiscono. Le piattaforme, dunque, non solo come infrastrutture più o meno neutrali, ma anche come attori economici, politici e culturali. Emerge così un ventaglio di processi in atto – dai tentativi di legiferazione alla contro-logistica esercitata da alcune soggettività posizionate all’interno dei processi produttivi contemporanei e globali quali i facchini della logistica e i riders del food delivery – che colpiscono le piattaforme come tempeste e ne bloccano flussi e affidabilità. Alcuni di questi processi possono essere interpretati come il tentativo di scardinare le scatole nere per riappropriarsi della possibilità di organizzazione e di generare forme autonome di cooperazione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.