Riflettendo sul periodo storico che stiamo attraversando, uno dei principali sviluppi che balzano immediatamente agli occhi è la drastica contrazione di ciò che, per almeno un terzo di secolo (dal secondo dopoguerra agli anni ’80-’90), era sembrato appartenere al campo del «controllabile» e del «prevedibile». L’insorgenza di nuovi e inaspettati fenomeni – l’alleanza letale tra disuguaglianze crescenti, mutamenti climatici, terrorismo, migrazioni di massa e populismi – ha finito per violare le aspettative che intere comunità di individui (scienziati, professionisti, attivisti e semplici cittadini) avevano fino a un attimo prima condiviso e coltivato circa il modo di concepire la realtà sociale e il suo specifico funzionamento. Siffatta stagione, se da una parte prelude a una rivoluzione politico-culturale, dall’altra è portatrice di un forte senso di precarietà e di angoscia collettiva che alimenta idiosincrasie e forme di emotività potenzialmente lesive per il tessuto sociale. L’ultimo volume di Bruno Latour, Où atterrir? Comment s’orienter en politique, si presenta a tutti gli effetti come un tentativo di fornire al lettore, non necessariamente «esperto», una serie di strumenti concettuali per riflettere e orientarsi criticamente nel panorama socio-politico contemporaneo a partire da due punti fermi: il vuoto lasciato dalle culture politiche tradizionali e l’emersione di una nuova posta in gioco che caratterizza l’intera umanità e che ha il suo baricentro nella «questione ambientale».
Matteo Gerli (2019). Recensione a Bruno Latour, Tracciare la rotta. PROBLEMI DELL'INFORMAZIONE, XLIV(1), 238-242.
Recensione a Bruno Latour, Tracciare la rotta
Matteo Gerli
2019
Abstract
Riflettendo sul periodo storico che stiamo attraversando, uno dei principali sviluppi che balzano immediatamente agli occhi è la drastica contrazione di ciò che, per almeno un terzo di secolo (dal secondo dopoguerra agli anni ’80-’90), era sembrato appartenere al campo del «controllabile» e del «prevedibile». L’insorgenza di nuovi e inaspettati fenomeni – l’alleanza letale tra disuguaglianze crescenti, mutamenti climatici, terrorismo, migrazioni di massa e populismi – ha finito per violare le aspettative che intere comunità di individui (scienziati, professionisti, attivisti e semplici cittadini) avevano fino a un attimo prima condiviso e coltivato circa il modo di concepire la realtà sociale e il suo specifico funzionamento. Siffatta stagione, se da una parte prelude a una rivoluzione politico-culturale, dall’altra è portatrice di un forte senso di precarietà e di angoscia collettiva che alimenta idiosincrasie e forme di emotività potenzialmente lesive per il tessuto sociale. L’ultimo volume di Bruno Latour, Où atterrir? Comment s’orienter en politique, si presenta a tutti gli effetti come un tentativo di fornire al lettore, non necessariamente «esperto», una serie di strumenti concettuali per riflettere e orientarsi criticamente nel panorama socio-politico contemporaneo a partire da due punti fermi: il vuoto lasciato dalle culture politiche tradizionali e l’emersione di una nuova posta in gioco che caratterizza l’intera umanità e che ha il suo baricentro nella «questione ambientale».I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.