Il contributo si propone l’obiettivo di proporre una riflessione critica sulle conseguenze che l’avvento del digitale sta avendo sull’archiviazione e conservazione degli archivi di persona. In un passato neanche troppo remoto i documenti presenti in tali tipologie di archivi si sono sedimentati facendo uso di supporti scrittori (come la carta) che, pur nella loro “fragilità” hanno consentito che i documenti giungessero fino a noi. Spesso si sono verificati ritrovamenti casuali e fortuiti, come nel caso delle fotografie abbandonate per anni nelle soffitte o nei rispostigli, magari risposte in scatole o contenitori di fortuna, e ritrovate – perfettamente leggibili – a distanza di anni dal momento in cui il soggetto produttore le aveva create. Sfortunatamente, non possiamo dire la stessa cosa per i documenti digitali, dal momento che essi sono costituiti, in ultima analisi, da sequenze di bit che sono ben più difficili da conservare dei loro corrispettivi cartacei, dovendo contrastare il fenomeno dell’obsolescenza che coinvolge le piattaforme tecnologiche necessarie per “leggere” tali documenti, i supporti di memorizzazione su cui sono archiviati ed i formati elettronici secondo i quali vengono codificati. Tutto questo non può non porci dinanzi ad un interrogativo: cosa rimarrà degli archivi di persona che si stanno formando oggi? Quali memorie lasceremo ai nostri posteri? Se si considera l’importanza dell’immenso patrimonio digitale che si sta formando e che costituirà una fonte privilegiata di informazioni per tutta una serie di settori scientifici (nella ricerca storica, demo-etno-antropologica, sociologica, politica, filologica, artistica, geografica, letteraria, solo per citarne alcuni) si comprende come l’eventualità della perdita degli archivi personali digitali che si stanno formando oggi avrebbe conseguenze estremamente negative per molteplici settori della ricerca. Su questi temi è urgente cominciare ad acquisire consapevolezza per poi arrivare a suggerire soluzioni concrete in grado di assicurare la conservazione nel tempo degli archivi personali digitali.
Allegrezza, S. (2019). Gli archivi personali nell'era digitale:stato dell’arte, criticità e prospettive. Firenze : AIUCD.
Gli archivi personali nell'era digitale:stato dell’arte, criticità e prospettive
Allegrezza, Stefano
2019
Abstract
Il contributo si propone l’obiettivo di proporre una riflessione critica sulle conseguenze che l’avvento del digitale sta avendo sull’archiviazione e conservazione degli archivi di persona. In un passato neanche troppo remoto i documenti presenti in tali tipologie di archivi si sono sedimentati facendo uso di supporti scrittori (come la carta) che, pur nella loro “fragilità” hanno consentito che i documenti giungessero fino a noi. Spesso si sono verificati ritrovamenti casuali e fortuiti, come nel caso delle fotografie abbandonate per anni nelle soffitte o nei rispostigli, magari risposte in scatole o contenitori di fortuna, e ritrovate – perfettamente leggibili – a distanza di anni dal momento in cui il soggetto produttore le aveva create. Sfortunatamente, non possiamo dire la stessa cosa per i documenti digitali, dal momento che essi sono costituiti, in ultima analisi, da sequenze di bit che sono ben più difficili da conservare dei loro corrispettivi cartacei, dovendo contrastare il fenomeno dell’obsolescenza che coinvolge le piattaforme tecnologiche necessarie per “leggere” tali documenti, i supporti di memorizzazione su cui sono archiviati ed i formati elettronici secondo i quali vengono codificati. Tutto questo non può non porci dinanzi ad un interrogativo: cosa rimarrà degli archivi di persona che si stanno formando oggi? Quali memorie lasceremo ai nostri posteri? Se si considera l’importanza dell’immenso patrimonio digitale che si sta formando e che costituirà una fonte privilegiata di informazioni per tutta una serie di settori scientifici (nella ricerca storica, demo-etno-antropologica, sociologica, politica, filologica, artistica, geografica, letteraria, solo per citarne alcuni) si comprende come l’eventualità della perdita degli archivi personali digitali che si stanno formando oggi avrebbe conseguenze estremamente negative per molteplici settori della ricerca. Su questi temi è urgente cominciare ad acquisire consapevolezza per poi arrivare a suggerire soluzioni concrete in grado di assicurare la conservazione nel tempo degli archivi personali digitali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.