IL PAPA DI ROMA PATRIARCA DELL’OCCIDENTE. IL DIBATTITO ATTUALE ALLA LUCE DELLA STORIA E DELL’ECCLESIOLOGIA «Ogni papa si chiamò e si sentì uno, anzi il primo, dei cinque patriarchi». Queste parole di Vittorio Peri, nella sua lezione spoletina del 1986, compendiano uno degli apporti più originali della sua riflessione storiografica, con la quale egli ha sempre rivendicato la piena e consapevole afferenza di Roma al sistema pentarchico di governo della Chiesa universale. Egli ha così capovolto l’assioma storiografico di un sostanziale rifiuto da parte di Roma del sistema pentarchico, che ha annoverato tra i suoi adepti due storici insigni come Henry-Irenée Marrou e Wilhelm de Vries. Proprio quando Peri pronunciava queste parole il precedente assioma era sul punto di essere vigorosamente ripresentato negli studi di Adriano Garuti, docente in due Atenei pontifici, il Lateranense e l’Antonianum – raccolti nel 1990 in unico volume –, che negavano qualsiasi valore storico e dottrinale all’esistenza di un patriarcato romano. Il tema è diventato estremamente attuale – nel dibattito storiografico, ma non solo – tra febbraio e marzo 2006. Infatti, proprio quando un gesuita americano, Michael Magee, discuteva all’Università Gregoriana una tesi – pubblicata poi nel novembre dello stesso anno –, che difende con convinzione l’esistenza di un patriarcato romano, l’Annuario pontificio 2006 usciva inaspettatamente con l’omissione dell’epiteto di “patriarca dell’Occidente” nella titolatura papale ufficiale. Quest’ultimo evento suscitò immediatamente reazioni negative da parte ortodossa, che denunciavano forti apprensioni per il futuro del dialogo teologico tra le due Chiese, in mezzo alle quali si è inserito un comunicato esplicativo del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, che ha lasciato però insoddisfatti gli interlocutori ortodossi. In seguito Garuti ha pubblicato, nell’aprile 2007, un ulteriore contributo in materia, che è in sostanza una replica, punto per punto, alle posizioni ed alle critiche a lui rivolte dal Magee, mentre il mese dopo, nell’ambito del Convegno interecclesiale promosso dall’Istituto di teologia ecumenico-patristica greco-bizantina di Bari, il domenicano Hervé Legrand, docente emerito dell’Institut Catholique di Parigi, ha ripreso l’impostazione storiografica di Peri rivendicando, nelle competenze anche patriarcali del papa, l’attualità di un titolo definito “inattuale” dal comunicato del Pontificio consiglio. Il cerchio si è così chiuso, almeno per ora, con un ritorno alla prospettiva storica delineata dal Peri, mentre prima e dopo il contributo di quest’ultimo il dibattito si era svolto in un ottica piuttosto ecclesiologica, cioè teologica, nella quale la ricerca storica, anche se rispettosa dell’oggettività delle fonti, appare funzionale alla dottrina, in un sentire da historia ancilla theologiae. L’apporto dell’indagine storica alla soluzione del problema individua a nostro avviso una risposta, ma nel contempo ne mette in luce l’intrinseca complessità, testimoniata dall’evidente non univocità delle fonti. Ciò comporta che in questa disputa, di alto livello scientifico, a nessuno degli studiosi coinvolti si possa imputare un uso arbitrario e preconcetto delle fonti, ma comprensibilmente di enfatizzare quelle favorevoli alla propria tesi storiografica. Questo dipende in larga misura dalla genesi stessa dell’istituzione patriarcale, che è il punto di arrivo di un lento processo, di cui vengono formalizzate, nelle più autorevoli assisi conciliari, soltanto le singole tappe, dando luogo, in tal modo, a discrepanze cronologiche nella ratifica di questa dignità per le varie sedi, nonché a sensibili difformità nell’organizzazione interna dei diversi patriarcati. Di conseguenza la disomogeneità di una sede patriarcale rispetto ad un’altra non dovrebbe comportare la negazione ad essa di tale dignità. Non è certo un elemento trascurabile l’innegabile silenzio romano sulle prerogative patriarc...

Il Papa di Roma patriarca dell'occidente. Il dibattito attuale alla luce della storia dell'ecclesiologia / E. Morini. - STAMPA. - (2009), pp. 139-191. (Intervento presentato al convegno 41° Convegno Internazionale di Studio dell'Istituto per gli Incontri Culturali Mitteleuropei tenutosi a Gorizia nel 22-24 novembre 2007).

Il Papa di Roma patriarca dell'occidente. Il dibattito attuale alla luce della storia dell'ecclesiologia.

MORINI, ENRICO
2009

Abstract

IL PAPA DI ROMA PATRIARCA DELL’OCCIDENTE. IL DIBATTITO ATTUALE ALLA LUCE DELLA STORIA E DELL’ECCLESIOLOGIA «Ogni papa si chiamò e si sentì uno, anzi il primo, dei cinque patriarchi». Queste parole di Vittorio Peri, nella sua lezione spoletina del 1986, compendiano uno degli apporti più originali della sua riflessione storiografica, con la quale egli ha sempre rivendicato la piena e consapevole afferenza di Roma al sistema pentarchico di governo della Chiesa universale. Egli ha così capovolto l’assioma storiografico di un sostanziale rifiuto da parte di Roma del sistema pentarchico, che ha annoverato tra i suoi adepti due storici insigni come Henry-Irenée Marrou e Wilhelm de Vries. Proprio quando Peri pronunciava queste parole il precedente assioma era sul punto di essere vigorosamente ripresentato negli studi di Adriano Garuti, docente in due Atenei pontifici, il Lateranense e l’Antonianum – raccolti nel 1990 in unico volume –, che negavano qualsiasi valore storico e dottrinale all’esistenza di un patriarcato romano. Il tema è diventato estremamente attuale – nel dibattito storiografico, ma non solo – tra febbraio e marzo 2006. Infatti, proprio quando un gesuita americano, Michael Magee, discuteva all’Università Gregoriana una tesi – pubblicata poi nel novembre dello stesso anno –, che difende con convinzione l’esistenza di un patriarcato romano, l’Annuario pontificio 2006 usciva inaspettatamente con l’omissione dell’epiteto di “patriarca dell’Occidente” nella titolatura papale ufficiale. Quest’ultimo evento suscitò immediatamente reazioni negative da parte ortodossa, che denunciavano forti apprensioni per il futuro del dialogo teologico tra le due Chiese, in mezzo alle quali si è inserito un comunicato esplicativo del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, che ha lasciato però insoddisfatti gli interlocutori ortodossi. In seguito Garuti ha pubblicato, nell’aprile 2007, un ulteriore contributo in materia, che è in sostanza una replica, punto per punto, alle posizioni ed alle critiche a lui rivolte dal Magee, mentre il mese dopo, nell’ambito del Convegno interecclesiale promosso dall’Istituto di teologia ecumenico-patristica greco-bizantina di Bari, il domenicano Hervé Legrand, docente emerito dell’Institut Catholique di Parigi, ha ripreso l’impostazione storiografica di Peri rivendicando, nelle competenze anche patriarcali del papa, l’attualità di un titolo definito “inattuale” dal comunicato del Pontificio consiglio. Il cerchio si è così chiuso, almeno per ora, con un ritorno alla prospettiva storica delineata dal Peri, mentre prima e dopo il contributo di quest’ultimo il dibattito si era svolto in un ottica piuttosto ecclesiologica, cioè teologica, nella quale la ricerca storica, anche se rispettosa dell’oggettività delle fonti, appare funzionale alla dottrina, in un sentire da historia ancilla theologiae. L’apporto dell’indagine storica alla soluzione del problema individua a nostro avviso una risposta, ma nel contempo ne mette in luce l’intrinseca complessità, testimoniata dall’evidente non univocità delle fonti. Ciò comporta che in questa disputa, di alto livello scientifico, a nessuno degli studiosi coinvolti si possa imputare un uso arbitrario e preconcetto delle fonti, ma comprensibilmente di enfatizzare quelle favorevoli alla propria tesi storiografica. Questo dipende in larga misura dalla genesi stessa dell’istituzione patriarcale, che è il punto di arrivo di un lento processo, di cui vengono formalizzate, nelle più autorevoli assisi conciliari, soltanto le singole tappe, dando luogo, in tal modo, a discrepanze cronologiche nella ratifica di questa dignità per le varie sedi, nonché a sensibili difformità nell’organizzazione interna dei diversi patriarcati. Di conseguenza la disomogeneità di una sede patriarcale rispetto ad un’altra non dovrebbe comportare la negazione ad essa di tale dignità. Non è certo un elemento trascurabile l’innegabile silenzio romano sulle prerogative patriarc...
2009
L'eredità di Cirillo e Metodio. Omaggio a Vittorio Peri. Atti del 41° Convegno dell'Istituto per gli Incontri Culturali Mitteleuropei: Gorizia 22-24 novembre 2007
139
191
Il Papa di Roma patriarca dell'occidente. Il dibattito attuale alla luce della storia dell'ecclesiologia / E. Morini. - STAMPA. - (2009), pp. 139-191. (Intervento presentato al convegno 41° Convegno Internazionale di Studio dell'Istituto per gli Incontri Culturali Mitteleuropei tenutosi a Gorizia nel 22-24 novembre 2007).
E. Morini
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