The article aims to analyze the «Asilo degli Orfanelli and Artigianelli Fiorentini », better known as the « Istituto degli Artigianelli », conceived as a real pedagogical but also productive citadel, in collaboration / competition with a dynamic economic environment, i.e. the « most artisan city in Italy ». The essay aims to reconstruct the artisanal sectors involved, educational models and professional training. The aim is to discuss the social composition of the children, and to the dynamics, models and social mediators that Catholics were able to mobilize. In a diachronic perspective I will consider the relationship with innovation and the evolution of the production and the market context, reconstructing the main stages of the evolution of the Institute up to the mid-twentieth century, focussing on continuity and changes with the nineteenth-century heritage of the Asylum.
Inserito all’interno del più ampio dibattito storiografico sugli istituti religiosi e il tema del lavoro, l’educazione e la formazione professionale dei fanciulli a livello comparativo europeo tra età moderna e contemporanea, e frutto finale di una serie di seminari di un gruppo di ricerca internazionale coordinato da Corine Maitte (UPEM) e Andrea Caracausi (Università di Padova), sul tema “ Religion and Manufactures” (all’interno dell’European Labour History Network), di cui il numero monografico di MEDITERRANEA, pubblica i risultati finali, l’articolo presenta i risultati di una ricerca condotta nell'archivio dell' «Asilo degli Orfanelli artigianelli Fiorentini», più noto come «Istituto degli Artigianelli », concepito come una vera e propria cittadella pedagogica ma insieme anche produttiva, in collaborazione/competizione con un tessuto dinamico e in pieno sviluppo come quello della « città più artigiana d’Italia ». Il saggio si propone di ricostruire i settori artigiani coinvolti, i modelli educativi e la formazione professionale, rispondendo a domande relative alla composizione sociale della base dei fanciulli coinvolti, e alle dinamiche, modelli e mediatori sociali che i cattolici riescono a mobilitare. In una ottica diacronica si propone di prendere in considerazione anche il rapporto con l’innovazione e l’evoluzione del contesto produttivo e di mercato, ricostruendo le principali tappe dell’evoluzione dell’Istituto fino alla metà del Novecento, facendo emergere continuità e rotture con l’impostazione, tipicamente ottocentesca, dell’Asilo delle origini.
Anna Pellegrino (2020). «Ottimi cristiani, buoni cittadini, bravi operai». L’ «Asilo degli orfanelli e artigianelli Fiorentini» 1899-1922. MEDITERRANEA. RICERCHE STORICHE, XVII(48), 223-246 [10.19229/1828-230X/48102020].
«Ottimi cristiani, buoni cittadini, bravi operai». L’ «Asilo degli orfanelli e artigianelli Fiorentini» 1899-1922
Anna Pellegrino
2020
Abstract
The article aims to analyze the «Asilo degli Orfanelli and Artigianelli Fiorentini », better known as the « Istituto degli Artigianelli », conceived as a real pedagogical but also productive citadel, in collaboration / competition with a dynamic economic environment, i.e. the « most artisan city in Italy ». The essay aims to reconstruct the artisanal sectors involved, educational models and professional training. The aim is to discuss the social composition of the children, and to the dynamics, models and social mediators that Catholics were able to mobilize. In a diachronic perspective I will consider the relationship with innovation and the evolution of the production and the market context, reconstructing the main stages of the evolution of the Institute up to the mid-twentieth century, focussing on continuity and changes with the nineteenth-century heritage of the Asylum.File | Dimensione | Formato | |
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