La rinuncia abdicativa alle azioni o quote societarie. “Curiosità della memoria” o “modernità del passato”?

Può dirsi legittimo, e nell’affermativa a quali condizioni, un atto unilaterale di rinuncia da parte del socio alla proprietà delle proprie azioni o quote? Pur riconoscendo la singolare peculiarità della fattispecie nel contesto societario, si suggerisce (essenzialmente al fine di avviare un dibattito, nella consape- volezza che la soluzione proposta non costituisce che un approdo provvisorio e sollecita la riflessione anche su importanti questioni di vertice del diritto societario) che - non diversamente da quanto la più recente dottrina e giurisprudenza reputano con riguardo al più ampio tema della rinuncia abdicativa al diritto di proprietà - tale rinuncia possa dirsi ammissibile nei limiti in cui essa possa dirsi idonea a realizzare interessi meritevoli di tutela secondo l’ordinamento giuridico in coerenza con quanto dispone l’art. 1322, comma 2, c.c. e al ricorrere di specifiche condizioni di compatibilità con il regime societario.