Meraviglie ecosistematiche ed òikonomia rurale nella “narrazione” quotidiana del contado emiliano del Seicento

"L’Economia del Cittadino in Villa", del 1644, di Vincenza Tanara, oltre un accreditato successo editoriale (un volume editorialmente assai impegnativo, in 38 sedicesimi, ristampato in successive 17 riedizioni – bolognesi, prevalentemente, e veneziane, −, dal 1648 al 1761) nonostante attesti una presenza censita in molti archivi, biblioteche storiche, pubbliche e privata, nazionali (Bologna, Ferrara, Ravenna, ma anche nella fiorentina istituzione dei “Georgofili”, ad esempio), ed anche internazionali, con l'affermarsi della scienza Illuminista viene progressivamente escluso, dalla didattica, e dimenticato, dalla ricerca scientifica. Il compito filologico-filosofico che ho messo in programma è quello di riportare allaluce i contenuti complessi dell'opera e i suoi significativi capisaldi epistemici: a) la geo-storia dell’Autore; b) l’esemplificativa diagnosi del background socio-culturale della controversa storiografia controriformista che anima la precedente autorialità; c) esemplari sondaggi “narratologici” che possono correttamente orientare le comprensione dell’ermeneutica “testuale” tanariana; d) sul fondativo fenomeno dell’òikos-òikonomia ellenistica; e) sulla “Villa”, come presidio domestico e presidiamento agricolo; f) sulla sequenza Cibo/Cucina/Casa: per una manipolazione ecosistematica dei prodotti della terra