Tra il 1959 e il 1962 la pittura italiana compie un graduale passaggio dai materismi dell'Informale a nuove forme di figurazione cariche di umori organicisti e surrealisti. Bologna è senza dubbio tra le città che meglio rappresentano questa svolta: lo attestano le ricerche condotte tra la fine degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta da Vasco Bendini, Pirro Cuniberti, Luciano De Vita, Giuseppe Ferrari, Mario Nanni, Leone Pancaldi, Concetto Pozzati e Sergio Vacchi. Il loro lavoro è incluso in importanti mostre nazionali come Possibilità di relazione (Roma, 1960), Nuove prospettive della pittura italiana (Bologna, 1962), Alternative attuali (L'Aquila, 1962) o la Biennale di Venezia del 1964 ed è seguito e sostenuto da molti importanti critici italiani come Francesco Arcangeli, Renato Barilli, Maurizio Calvesi, Enrico Crispolti o Andrea Emiliani. Il presente saggio intende delineare i tratti essenziali della situazione artistica bolognese di fine anni Cinquanta e mettere a fuoco le peculiarità stilistiche dei singoli autori con il supporto delle voci critiche che le hanno tempestivamente commentate. La tesi di fondo è che le accelerazioni figurali degli artisti bolognesi possano essere ricondotte sostanzialmente all'attività di alcuni pittori stranieri come Francis Bacon, Jean Fautrier, Arshile Gorky, Graham Sutherland e Sebastian Matta che, tra la fine degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta, hanno avuto importanti mostre personali nella città felsinea.
Pasquale Fameli (2019). Figuralità della pittura. Bologna oltre l'Informale. INTRECCI D'ARTE, 8, 115-125 [10.6092/issn.2240-7251/10150].
Figuralità della pittura. Bologna oltre l'Informale
Pasquale Fameli
2019
Abstract
Tra il 1959 e il 1962 la pittura italiana compie un graduale passaggio dai materismi dell'Informale a nuove forme di figurazione cariche di umori organicisti e surrealisti. Bologna è senza dubbio tra le città che meglio rappresentano questa svolta: lo attestano le ricerche condotte tra la fine degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta da Vasco Bendini, Pirro Cuniberti, Luciano De Vita, Giuseppe Ferrari, Mario Nanni, Leone Pancaldi, Concetto Pozzati e Sergio Vacchi. Il loro lavoro è incluso in importanti mostre nazionali come Possibilità di relazione (Roma, 1960), Nuove prospettive della pittura italiana (Bologna, 1962), Alternative attuali (L'Aquila, 1962) o la Biennale di Venezia del 1964 ed è seguito e sostenuto da molti importanti critici italiani come Francesco Arcangeli, Renato Barilli, Maurizio Calvesi, Enrico Crispolti o Andrea Emiliani. Il presente saggio intende delineare i tratti essenziali della situazione artistica bolognese di fine anni Cinquanta e mettere a fuoco le peculiarità stilistiche dei singoli autori con il supporto delle voci critiche che le hanno tempestivamente commentate. La tesi di fondo è che le accelerazioni figurali degli artisti bolognesi possano essere ricondotte sostanzialmente all'attività di alcuni pittori stranieri come Francis Bacon, Jean Fautrier, Arshile Gorky, Graham Sutherland e Sebastian Matta che, tra la fine degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta, hanno avuto importanti mostre personali nella città felsinea.File | Dimensione | Formato | |
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