Quando Pirandello scrive "Questa sera si recita a soggetto", nel 1929, il dibattito sul ruolo del regista a teatro è in pieno svolgimento: la pièce riflette i debiti dell'autore verso i grandi metteurs en scène contemporanei (Edward Gordon Craigh e Adolphe Appia, sulla scia del pensiero di Wagner), come mostrano le lunghe didascalie dedicate alla scenografia. Testo di notevole spessore teorico, Questa sera si mostra denso di riferimenti non solo alla grande tradizione del melodramma italiano, ma anche al teatro simbolista europeo (Hofmannsthal) nonché al cinema contemporaneo, e a quello espressionista tedesco in particolare: nella vicenda si rispecchiano, fondendosi insieme, il Trovatore di Verdi e il film Faust di Murnau, capolavoro degli anni Venti, che si rivela un vero e proprio ipotesto del dramma pirandelliano. "Questa sera si recita a soggetto", scritto nel 1929 per completare la trilogia metateatrale, si presta, per la complessità e la ricchezza dei suoi rimandi, a illustrare in maniera emblematica la densità dell’ultimo teatro pirandelliano. Il testo getta infatti le sue radici nel più puro melodramma romantico (l’ipotesto esplicitato è Il trovatore verdiano), e tuttavia ripropone, in maniera apparentemente insospettabile, tutto il dibattito primonovecentesco animato dai simbolisti, per compendiare infine – ma ancora una volta tra le righe, in maniera non dichiarata – le tecniche offerte al teatro dal cinema nascente, e da quello espressionista in particolare. Dopo avere fatto esplodere, negli anni Dieci e Venti, il salotto borghese della tradizione ottocentesca, Pirandello negli anni Trenta sprofonda il suo teatro in una dimensione del tutto onirica, passando da un dramma di parole a uno di pura visione, vera «opera d’arte totale» secondo la teorizzazione di Wagner.

La scena onirica. Pirandello nel teatro del primo Novecento / C.S. Nobili. - STAMPA. - (2008), pp. 125-155. (Intervento presentato al convegno I sogni e la scienza nella letteratura italiana tenutosi a Siena nel 16-18 novembre 2006).

La scena onirica. Pirandello nel teatro del primo Novecento

NOBILI, CLAUDIA SEBASTIANA
2008

Abstract

Quando Pirandello scrive "Questa sera si recita a soggetto", nel 1929, il dibattito sul ruolo del regista a teatro è in pieno svolgimento: la pièce riflette i debiti dell'autore verso i grandi metteurs en scène contemporanei (Edward Gordon Craigh e Adolphe Appia, sulla scia del pensiero di Wagner), come mostrano le lunghe didascalie dedicate alla scenografia. Testo di notevole spessore teorico, Questa sera si mostra denso di riferimenti non solo alla grande tradizione del melodramma italiano, ma anche al teatro simbolista europeo (Hofmannsthal) nonché al cinema contemporaneo, e a quello espressionista tedesco in particolare: nella vicenda si rispecchiano, fondendosi insieme, il Trovatore di Verdi e il film Faust di Murnau, capolavoro degli anni Venti, che si rivela un vero e proprio ipotesto del dramma pirandelliano. "Questa sera si recita a soggetto", scritto nel 1929 per completare la trilogia metateatrale, si presta, per la complessità e la ricchezza dei suoi rimandi, a illustrare in maniera emblematica la densità dell’ultimo teatro pirandelliano. Il testo getta infatti le sue radici nel più puro melodramma romantico (l’ipotesto esplicitato è Il trovatore verdiano), e tuttavia ripropone, in maniera apparentemente insospettabile, tutto il dibattito primonovecentesco animato dai simbolisti, per compendiare infine – ma ancora una volta tra le righe, in maniera non dichiarata – le tecniche offerte al teatro dal cinema nascente, e da quello espressionista in particolare. Dopo avere fatto esplodere, negli anni Dieci e Venti, il salotto borghese della tradizione ottocentesca, Pirandello negli anni Trenta sprofonda il suo teatro in una dimensione del tutto onirica, passando da un dramma di parole a uno di pura visione, vera «opera d’arte totale» secondo la teorizzazione di Wagner.
2008
I sogni e la scienza nella letteratura italiana
125
155
La scena onirica. Pirandello nel teatro del primo Novecento / C.S. Nobili. - STAMPA. - (2008), pp. 125-155. (Intervento presentato al convegno I sogni e la scienza nella letteratura italiana tenutosi a Siena nel 16-18 novembre 2006).
C.S. Nobili
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