Sono discusse alcune questioni cruciali che riguardano , da un lato, il fenomeno universale della F0 intrinseca, dall’altro, l’incremento di F0 riscontrato in vocali rilassate-brevi (vs. vocali tese-lunghe) del tedesco e in vocali brevi (vs. lunghe) del danese. Sulla base di una ricca bibliografia sono esposte in modo sintetico le principali ipotesi che sono state avanzate sulle ragioni e sui meccanismi dei due fenomeni, di cui uno è “language-independent”, l’altro è “language-dependent”. Sul primo, che è stato oggetto da tempo di numerose indagini, non è stata raggiunta una soluzione ampiamente condivisa. Il secondo, su cui è stata attirata l’attenzione da Eli Fischer-Jørgensen nel 1990, richiede ulteriori ricerche e approfondimenti. Ritengo importante mettere in rilievo la differenza che sussiste tra le problematiche inerenti alla F0 intrinseca, che è universalmente in correlazione con la “vowel height”, e le problematiche inerenti all’incremento di F0, che è in correlazione con la brevità della vocale in lingue che fanno un uso distintivo della durata. Per quale ragione la F0 dovrebbe essere più elevata nelle vocali brevi? Per cercare una plausibile risposta a tale interrogativo è necessario, a mio parere, che il fenomeno non sia studiato in isolamento, ma venga inserito nella cornice generale della opposizione di quantità vocalica e della sua implementazione. Le singole “quantity languages” ingaggiano per così dire una serie, più o meno ampia, di dimensioni che simultaneamente, in misura più o meno grande, collaborano allo stesso fine: il rafforzamento della distinzione breve/lungo. E’ sembrata opportuna una breve trattazione di alcune proprietà fonetiche concomitanti che cooperano con la durata nella realizzazione dell’opposizione di quantità vocalica in tedesco, in danese, in frignanese. La differenza nei valori di F0 che è stata trovata in queste lingue si può considerare una di tali proprietà compresenti e coagenti. Perché il frignanese? Una parte dell’articolo è dedicata alla esposizione dei risultati di una ricerca pilota su una varietà italo-romanza parlata nel Frignano (Appennino modenese). Sono stati misurati vari parametri, compresa la F0, delle vocali accentate brevi /ø/, /e/, /ò/, /a/ e delle loro controparti lunghe /ø:/, /e:/, /ò:/, /a:/, limitatamente a parole e pseudoparole /’pVpa/ vs. /’pV:pa/ prodotte in frase cornice da un soggetto femminile. Dalla comparazione dei valori delle singole vocali è emersa una regolarità sistematica: in tutte le coppie la F0 è più elevata nell’elemento breve che nell’elemento lungo , con un incremento che, nell’ordine, è pari a 7.71%, 18.40%, 15.70%, 18.73%.

Vocali accentate brevi prodotte con incremento di F0: come e perché?

UGUZZONI, ARIANNA
2008

Abstract

Sono discusse alcune questioni cruciali che riguardano , da un lato, il fenomeno universale della F0 intrinseca, dall’altro, l’incremento di F0 riscontrato in vocali rilassate-brevi (vs. vocali tese-lunghe) del tedesco e in vocali brevi (vs. lunghe) del danese. Sulla base di una ricca bibliografia sono esposte in modo sintetico le principali ipotesi che sono state avanzate sulle ragioni e sui meccanismi dei due fenomeni, di cui uno è “language-independent”, l’altro è “language-dependent”. Sul primo, che è stato oggetto da tempo di numerose indagini, non è stata raggiunta una soluzione ampiamente condivisa. Il secondo, su cui è stata attirata l’attenzione da Eli Fischer-Jørgensen nel 1990, richiede ulteriori ricerche e approfondimenti. Ritengo importante mettere in rilievo la differenza che sussiste tra le problematiche inerenti alla F0 intrinseca, che è universalmente in correlazione con la “vowel height”, e le problematiche inerenti all’incremento di F0, che è in correlazione con la brevità della vocale in lingue che fanno un uso distintivo della durata. Per quale ragione la F0 dovrebbe essere più elevata nelle vocali brevi? Per cercare una plausibile risposta a tale interrogativo è necessario, a mio parere, che il fenomeno non sia studiato in isolamento, ma venga inserito nella cornice generale della opposizione di quantità vocalica e della sua implementazione. Le singole “quantity languages” ingaggiano per così dire una serie, più o meno ampia, di dimensioni che simultaneamente, in misura più o meno grande, collaborano allo stesso fine: il rafforzamento della distinzione breve/lungo. E’ sembrata opportuna una breve trattazione di alcune proprietà fonetiche concomitanti che cooperano con la durata nella realizzazione dell’opposizione di quantità vocalica in tedesco, in danese, in frignanese. La differenza nei valori di F0 che è stata trovata in queste lingue si può considerare una di tali proprietà compresenti e coagenti. Perché il frignanese? Una parte dell’articolo è dedicata alla esposizione dei risultati di una ricerca pilota su una varietà italo-romanza parlata nel Frignano (Appennino modenese). Sono stati misurati vari parametri, compresa la F0, delle vocali accentate brevi /ø/, /e/, /ò/, /a/ e delle loro controparti lunghe /ø:/, /e:/, /ò:/, /a:/, limitatamente a parole e pseudoparole /’pVpa/ vs. /’pV:pa/ prodotte in frase cornice da un soggetto femminile. Dalla comparazione dei valori delle singole vocali è emersa una regolarità sistematica: in tutte le coppie la F0 è più elevata nell’elemento breve che nell’elemento lungo , con un incremento che, nell’ordine, è pari a 7.71%, 18.40%, 15.70%, 18.73%.
2008
Atti del IV Convegno AISV "La Fonetica Sperimentale: Metodo e Applicazioni"
149
164
A. Uguzzoni
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