Fidel Castro è l’ultimo Re cattolico, il più coerente erede, nell’età contemporanea, della cristianità ispanica in America Latina. Galiziano e cubano, gesuita e comunista, la sua parabola umana e politica è la continuazione ideale dell’eterna lotta della Spagna cattolica contro l’illuminismo prima e la modernità liberale poi, figlie del mondo protestante contro cui l’hispanidad si batté per secoli. La sua biografia, la sua formazione, il suo universo morale, il suo immaginario politico e sociale, il suo regime esprimono la concezione organica del mondo tipica di quel retaggio. Il Fidel Castro di questo saggio è perciò leader religioso, più che politico; Re e Pontefice di un ordine confessionale che fuse ciò che il liberalismo aveva separato: politica e religione, individuo e comunità, Stato e società. La natura totalitaria del suo regime non imitò gli alleati socialisti, ma fu frutto spontaneo della matrice antiliberale del populismo cattolico: falangismo, peronismo, chavismo sono i suoi più stretti parenti. Unanimista, gerarchico, corporativo, inclusivo ma manicheo, il suo Stato fu uno Stato etico dedito a catechizzare i fedeli e convertire gli infedeli con la croce della sua fede e la spada dei suoi eserciti. Il suo comunismo è da intendersi come un millenarismo cristiano.
Loris Zanatta (2019). Cuba, un caso di "populismo reale". IL PENSIERO STORICO, 6, 43-60.
Cuba, un caso di "populismo reale"
Loris Zanatta
2019
Abstract
Fidel Castro è l’ultimo Re cattolico, il più coerente erede, nell’età contemporanea, della cristianità ispanica in America Latina. Galiziano e cubano, gesuita e comunista, la sua parabola umana e politica è la continuazione ideale dell’eterna lotta della Spagna cattolica contro l’illuminismo prima e la modernità liberale poi, figlie del mondo protestante contro cui l’hispanidad si batté per secoli. La sua biografia, la sua formazione, il suo universo morale, il suo immaginario politico e sociale, il suo regime esprimono la concezione organica del mondo tipica di quel retaggio. Il Fidel Castro di questo saggio è perciò leader religioso, più che politico; Re e Pontefice di un ordine confessionale che fuse ciò che il liberalismo aveva separato: politica e religione, individuo e comunità, Stato e società. La natura totalitaria del suo regime non imitò gli alleati socialisti, ma fu frutto spontaneo della matrice antiliberale del populismo cattolico: falangismo, peronismo, chavismo sono i suoi più stretti parenti. Unanimista, gerarchico, corporativo, inclusivo ma manicheo, il suo Stato fu uno Stato etico dedito a catechizzare i fedeli e convertire gli infedeli con la croce della sua fede e la spada dei suoi eserciti. Il suo comunismo è da intendersi come un millenarismo cristiano.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.