Oggi, nel mondo, si contano sessantatré muri. Mai così tante barriere sono state alzate come negli ultimi anni, la maggior parte delle quali nel nostro continente, patria di quel sogno europeo che sembra ormai distante dagli eventi attuali. Come non era mai accaduto prima nella storia, negli ultimi due anni sono stati innalzati muri e recinzioni per arginare i fenomeni migratori: dall’Ungheria alla Norvegia, dal Regno Unito alla Grecia, centinaia di chilometri di metallo, mattoni e filo spinato trasformano le frontiere in barriere invalicabili, bloccano i flussi di persone, dividono i poveri dai ricchi, l’Occidente dagli “altri”. È su questo sfondo che nasce il progetto “S/Murare il Mediterraneo” (https://smuraremediterraneo.wordpress.com/), proposto da un gruppo di ricercatori attivisti dell’Università di Bari nel tentativo di non tacere di fronte alla sempre più rapida erezione di muri.

“Disobbedienze decoloniali” [recensione a "S/Murare il Mediterraneo. Pensieri critici e artivismo al tempo delle migrazioni" a cura di Luigi Cazzato e Filippo Silvestri, Pensa MultiMedia, Lecce 2016]

Giulia Molinarolo
2017

Abstract

Oggi, nel mondo, si contano sessantatré muri. Mai così tante barriere sono state alzate come negli ultimi anni, la maggior parte delle quali nel nostro continente, patria di quel sogno europeo che sembra ormai distante dagli eventi attuali. Come non era mai accaduto prima nella storia, negli ultimi due anni sono stati innalzati muri e recinzioni per arginare i fenomeni migratori: dall’Ungheria alla Norvegia, dal Regno Unito alla Grecia, centinaia di chilometri di metallo, mattoni e filo spinato trasformano le frontiere in barriere invalicabili, bloccano i flussi di persone, dividono i poveri dai ricchi, l’Occidente dagli “altri”. È su questo sfondo che nasce il progetto “S/Murare il Mediterraneo” (https://smuraremediterraneo.wordpress.com/), proposto da un gruppo di ricercatori attivisti dell’Università di Bari nel tentativo di non tacere di fronte alla sempre più rapida erezione di muri.
2017
Giulia Molinarolo
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