Nonostante da anni si parli della necessità di sviluppare modelli di intervento integrato, la maggior parte dei medici e degli psicologi non è preparata a collaborare all’interno di un unico trattamento. In molti casi, infatti, gli operatori sanitari non sono correttamente formati alla relazione clinica. Pur riscontrando la presenza di problematiche di carattere emotivo e relazionale, si sentono impreparati ad affrontarle e delegano questa funzione ad eventuali figure professionali esterne (lo psichiatra o lo psicologo). D’altra parte gli psicologi tendono a disinteressarsi degli aspetti biologici dei loro pazienti delegando ai medici ogni responsabilità al riguardo. Il nostro gruppo di ricerca, che da anni si occupa di formazione psicosomatica e dello studio di trattamenti integrati in medicina, ha sviluppato un modello di intervento basato sull’ipotesi che un’esperienza di gruppo tra medici e pazienti possa favorire il riconoscimento dei vissuti emotivi, un miglioramento della relazione clinica ed una maggiore integrazione degli aspetti psicologici e somatici. Il protocollo, che abbiamo chiamato “Insieme con il paziente”, prevede un ciclo di 10 incontri di gruppo della durata di 2 ore a scadenza bisettimanale ai quali partecipano alcuni medici assieme ai loro pazienti. Le riunioni sono condotte da un medico psicologo di formazione psicoanalitica esperto in terapia di gruppo. L’esperienza ha due obiettivi: uno esplicito ed uno implicito. Quello esplicito è di fornire informazioni mediche e psicologiche sulla natura dei sintomi, sugli aspetti preventivi e sulle terapie. Si vuole inoltre offrire l’occasione di confronto tra persone con disturbi simili. L’obiettivo implicito è stimolare pazienti e medici a parlare delle proprie aspettative riguardo la salute, dei rispettivi comportamenti di malattia e delle problematiche relative alle terapie ed alla sanità. All’interno degli incontri gli argomenti emergono in modo spontaneo e vengono commentati liberamente da tutti i partecipanti. Nei primi incontri i pazienti descrivono i propri disturbi e rivolgono ai medici domande specifiche riguardo le cause dei sintomi, il significato degli esami, l’efficacia delle terapie e gli effetti collaterali. In questi casi si evita di trasformare le riunioni in lezioni tenute dai medici ai loro pazienti. L’attenzione, all’inizio concentrata su problematiche di carattere medico, si sposta comunque presto su altri temi di natura psicologica, relazionale e sociale tra i quali: 1.il significato fisiologico ed adattivo di alcune sensazioni somatiche ; 2.la relazione tra stress, emozioni e disturbi fisici; 3.l’importanza dello stile di vita (dieta, controllo del sovrappeso, astinenza dal fumo, attività fisica moderata) nella prevenzione delle malattie e nel miglioramento della qualità della vita; 4.ll valore dell’informazione sanitaria e i pericoli legati alle sue distorsioni; 5.il rapporto con il medico di famiglia e il riconoscimento del suo ruolo centrale; 6.l’organizzazione sanitaria, i medici e le terapie; 7.le aspettative individuali nei confronti della salute; 8.il nostro comportamento quando ci sentiamo malati e le reazioni dei nostri familiari. L’esperienza favorisce nei pazienti un miglioramento del benessere generale accompagnato da un atteggiamento di maggiore comprensione e rispetto verso i propri terapeuti e da una minore richiesta di visite specialistiche. Essa si rivela molto utile anche per i medici che sviluppano una maggiore disponibilità alla relazione clinica e riducono il livello di insoddisfazione lavorativa. Il protocollo, inizialmente applicato a pazienti cardiologici in cura presso ambulatori specialistici extraospedalieri, può essere utilizzato sia nel trattamento di patologie organiche che nei disturbi medici funzionali.

Insieme con il paziente: un nuovo modello di formazione e terapia in cardiologia psicosomatica / F. Baldoni. - STAMPA. - (2008), pp. 269-269. (Intervento presentato al convegno 69° Congresso Nazionale Società Italiana di Cardiologia tenutosi a Roma nel 13-16 Dicembre 2008).

Insieme con il paziente: un nuovo modello di formazione e terapia in cardiologia psicosomatica.

BALDONI, FRANCO
2008

Abstract

Nonostante da anni si parli della necessità di sviluppare modelli di intervento integrato, la maggior parte dei medici e degli psicologi non è preparata a collaborare all’interno di un unico trattamento. In molti casi, infatti, gli operatori sanitari non sono correttamente formati alla relazione clinica. Pur riscontrando la presenza di problematiche di carattere emotivo e relazionale, si sentono impreparati ad affrontarle e delegano questa funzione ad eventuali figure professionali esterne (lo psichiatra o lo psicologo). D’altra parte gli psicologi tendono a disinteressarsi degli aspetti biologici dei loro pazienti delegando ai medici ogni responsabilità al riguardo. Il nostro gruppo di ricerca, che da anni si occupa di formazione psicosomatica e dello studio di trattamenti integrati in medicina, ha sviluppato un modello di intervento basato sull’ipotesi che un’esperienza di gruppo tra medici e pazienti possa favorire il riconoscimento dei vissuti emotivi, un miglioramento della relazione clinica ed una maggiore integrazione degli aspetti psicologici e somatici. Il protocollo, che abbiamo chiamato “Insieme con il paziente”, prevede un ciclo di 10 incontri di gruppo della durata di 2 ore a scadenza bisettimanale ai quali partecipano alcuni medici assieme ai loro pazienti. Le riunioni sono condotte da un medico psicologo di formazione psicoanalitica esperto in terapia di gruppo. L’esperienza ha due obiettivi: uno esplicito ed uno implicito. Quello esplicito è di fornire informazioni mediche e psicologiche sulla natura dei sintomi, sugli aspetti preventivi e sulle terapie. Si vuole inoltre offrire l’occasione di confronto tra persone con disturbi simili. L’obiettivo implicito è stimolare pazienti e medici a parlare delle proprie aspettative riguardo la salute, dei rispettivi comportamenti di malattia e delle problematiche relative alle terapie ed alla sanità. All’interno degli incontri gli argomenti emergono in modo spontaneo e vengono commentati liberamente da tutti i partecipanti. Nei primi incontri i pazienti descrivono i propri disturbi e rivolgono ai medici domande specifiche riguardo le cause dei sintomi, il significato degli esami, l’efficacia delle terapie e gli effetti collaterali. In questi casi si evita di trasformare le riunioni in lezioni tenute dai medici ai loro pazienti. L’attenzione, all’inizio concentrata su problematiche di carattere medico, si sposta comunque presto su altri temi di natura psicologica, relazionale e sociale tra i quali: 1.il significato fisiologico ed adattivo di alcune sensazioni somatiche ; 2.la relazione tra stress, emozioni e disturbi fisici; 3.l’importanza dello stile di vita (dieta, controllo del sovrappeso, astinenza dal fumo, attività fisica moderata) nella prevenzione delle malattie e nel miglioramento della qualità della vita; 4.ll valore dell’informazione sanitaria e i pericoli legati alle sue distorsioni; 5.il rapporto con il medico di famiglia e il riconoscimento del suo ruolo centrale; 6.l’organizzazione sanitaria, i medici e le terapie; 7.le aspettative individuali nei confronti della salute; 8.il nostro comportamento quando ci sentiamo malati e le reazioni dei nostri familiari. L’esperienza favorisce nei pazienti un miglioramento del benessere generale accompagnato da un atteggiamento di maggiore comprensione e rispetto verso i propri terapeuti e da una minore richiesta di visite specialistiche. Essa si rivela molto utile anche per i medici che sviluppano una maggiore disponibilità alla relazione clinica e riducono il livello di insoddisfazione lavorativa. Il protocollo, inizialmente applicato a pazienti cardiologici in cura presso ambulatori specialistici extraospedalieri, può essere utilizzato sia nel trattamento di patologie organiche che nei disturbi medici funzionali.
2008
Atti 69° Congresso Nazionale Società Italiana di Cardiologia
269
269
Insieme con il paziente: un nuovo modello di formazione e terapia in cardiologia psicosomatica / F. Baldoni. - STAMPA. - (2008), pp. 269-269. (Intervento presentato al convegno 69° Congresso Nazionale Società Italiana di Cardiologia tenutosi a Roma nel 13-16 Dicembre 2008).
F. Baldoni
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/72527
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