Il contributo dato dalla mia relazione ai lavori del suddetto convegno "Isole" è consistito nella discussione della questione, se i mezzi di comunicazione sociale possano costituire una risorsa rilevante ai fini di una positiva inclusione degli immigrati nella nostra società. L’argomento presenta diversi aspetti, tra loro collegati. Tralasciando la pur interessante questione di quale immagine i media italiani offrono degli immigrati in Italia –affrontata dalla relazione di Francesca Giordano (Uni. Palermo) al medesimo convegno–, mi sono proposto in primo luogo di delineare consistenza e distribuzione sul territorio nazionale dei principali canali della comunicazione rivolta a/co-prodotta dagli immigrati in Italia. Elaborando dati tratti dalle pochissimi indagini effettuate, ho delineato il panorama offerto dai media interculturali –programmi radiofonici e televisivi, testate giornalistiche a stampa e on line– presenti nel nostro Paese. Ho considerato pure la loro dinamica in prospettiva diacronica – il loro sviluppo nell’arco dell’ultimo quinquennio (2002-2006) [n.1]. La rilevanza sociale di una riuscita integrazione degli immigrati nella società italiana ha stimolato alcuni enti locali a sostenere le iniziative di comunicazione interculturale presenti nel loro territorio. Quali risultati si possono ottenere da tale sostegno istituzionale? Ho affrontato il secondo aspetto della questione di fondo discutendo il caso della Regione Emilia-Romagna, il primo ente regionale italiano ad aver sviluppato –dal 2001– una politica organica di sostegno alla comunicazione interculturale [n.2]. Infine ho evidenziato le difficoltà che possono sorgere per l’inclusione degli immigrati dai recenti sviluppi tecnologici in campo comunicativo. Com’è noto una caratteristica dei new media, quali sono internet telefono cellulare e tv satellitare, è proprio quella di “bypassare” agevolmente i confini nazionali; ciò apre inedite possibilità comunicative agli immigrati, i quali oggi hanno l’opportunità di restare assai più collegati ai paesi d’origine di quanto fosse loro possibile anche solo qualche decennio fa. Ciò può condurre ad esiti ambivalenti: accanto a maggiori opportunità di integrare gli immigrati nella società ospitante, queste inedite opportunità comunicative possono anche offrire occasioni per rivendicare in modo fiero un’identità tradizionale e vanificare gli sforzi inclusivi che le istituzioni –locali, nazionali, europee– auspicano [n. 3]. Nella conclusione ho dato risposta alla questione di fondo evidenziando vantaggi e limiti dell’inclusione sociale degli immigrati tramite i media.
Martelli S. (2007). Una comunicazione "multicolore". Dati e riflessioni sull'offerta dei media rivolti a/co-prodotti dagli immigrati in Italia,. PALERMO : Fondazione Buttitta.
Una comunicazione "multicolore". Dati e riflessioni sull'offerta dei media rivolti a/co-prodotti dagli immigrati in Italia,
MARTELLI, STEFANO
2007
Abstract
Il contributo dato dalla mia relazione ai lavori del suddetto convegno "Isole" è consistito nella discussione della questione, se i mezzi di comunicazione sociale possano costituire una risorsa rilevante ai fini di una positiva inclusione degli immigrati nella nostra società. L’argomento presenta diversi aspetti, tra loro collegati. Tralasciando la pur interessante questione di quale immagine i media italiani offrono degli immigrati in Italia –affrontata dalla relazione di Francesca Giordano (Uni. Palermo) al medesimo convegno–, mi sono proposto in primo luogo di delineare consistenza e distribuzione sul territorio nazionale dei principali canali della comunicazione rivolta a/co-prodotta dagli immigrati in Italia. Elaborando dati tratti dalle pochissimi indagini effettuate, ho delineato il panorama offerto dai media interculturali –programmi radiofonici e televisivi, testate giornalistiche a stampa e on line– presenti nel nostro Paese. Ho considerato pure la loro dinamica in prospettiva diacronica – il loro sviluppo nell’arco dell’ultimo quinquennio (2002-2006) [n.1]. La rilevanza sociale di una riuscita integrazione degli immigrati nella società italiana ha stimolato alcuni enti locali a sostenere le iniziative di comunicazione interculturale presenti nel loro territorio. Quali risultati si possono ottenere da tale sostegno istituzionale? Ho affrontato il secondo aspetto della questione di fondo discutendo il caso della Regione Emilia-Romagna, il primo ente regionale italiano ad aver sviluppato –dal 2001– una politica organica di sostegno alla comunicazione interculturale [n.2]. Infine ho evidenziato le difficoltà che possono sorgere per l’inclusione degli immigrati dai recenti sviluppi tecnologici in campo comunicativo. Com’è noto una caratteristica dei new media, quali sono internet telefono cellulare e tv satellitare, è proprio quella di “bypassare” agevolmente i confini nazionali; ciò apre inedite possibilità comunicative agli immigrati, i quali oggi hanno l’opportunità di restare assai più collegati ai paesi d’origine di quanto fosse loro possibile anche solo qualche decennio fa. Ciò può condurre ad esiti ambivalenti: accanto a maggiori opportunità di integrare gli immigrati nella società ospitante, queste inedite opportunità comunicative possono anche offrire occasioni per rivendicare in modo fiero un’identità tradizionale e vanificare gli sforzi inclusivi che le istituzioni –locali, nazionali, europee– auspicano [n. 3]. Nella conclusione ho dato risposta alla questione di fondo evidenziando vantaggi e limiti dell’inclusione sociale degli immigrati tramite i media.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.