La potenza evocativa della metafora letteraria è qui esplorata come chiave di lettura per ritrarre l’infanzia, anzi, le infanzie letterarie che abitano la letteratura per l’infanzia fin dalla sua matrice fiabesca: nelle sue diramazioni e contaminazioni nella circolarità dell’immaginario la letteratura per l’infanzia ha da sempre condiviso e spartito con la letteratura tout-court la genitorialità di icone di indiscutibile portata simbolica. Orfani e diversi sono sovente i protagonisti delle fiabe popolari e d’autore, così come del patrimonio dei classici e di opere contemporanee. L’orfanezza e la diversità, anzi le orfanezze e le diversità declinate al plurale poiché tese a dar visibilità all’invisibile di ogni alterità, transitano di storia in storia e sembrano riconoscere, nello scaffale della letteratura per l’infanzia e per ragazzi, un alloggio sicuro, una dimora adottiva in cui mettere radici e sentire legittimata la loro problematica esistenza. I pollicini, metafora d’infanzia minuscola intorno alla cui piccolezza si tesse un’inesauribile rete di rimandi metaforici, convivono con le sirenette, gli orfani ottocenteschi di Dickens, la Mignolina di Andersen, la Bambolina di Capuana, la piccola Cappuccetto Rosso, e numerosi altre creature in qualche modo diverse, orfane, abbandonate, cacciate di case. In una biblioteca ideale in cui tutto si tiene essi viaggiano e migrano da uno scaffale all’altro, evidenziando i legami di significato, i radicamenti storici ed antropologici, le visioni filosofiche e pedagogiche, i sintomi e le tracce che l’infanzia porta con sé quando diviene personaggio e quindi metafora letteraria.
M.Bernardi (2009). Infanzia e Metafore letterarie. Orfanezza e diversità nella circolarità dell’immaginario. BOLOGNA : Bononia University press.
Infanzia e Metafore letterarie. Orfanezza e diversità nella circolarità dell’immaginario
BERNARDI, MILENA
2009
Abstract
La potenza evocativa della metafora letteraria è qui esplorata come chiave di lettura per ritrarre l’infanzia, anzi, le infanzie letterarie che abitano la letteratura per l’infanzia fin dalla sua matrice fiabesca: nelle sue diramazioni e contaminazioni nella circolarità dell’immaginario la letteratura per l’infanzia ha da sempre condiviso e spartito con la letteratura tout-court la genitorialità di icone di indiscutibile portata simbolica. Orfani e diversi sono sovente i protagonisti delle fiabe popolari e d’autore, così come del patrimonio dei classici e di opere contemporanee. L’orfanezza e la diversità, anzi le orfanezze e le diversità declinate al plurale poiché tese a dar visibilità all’invisibile di ogni alterità, transitano di storia in storia e sembrano riconoscere, nello scaffale della letteratura per l’infanzia e per ragazzi, un alloggio sicuro, una dimora adottiva in cui mettere radici e sentire legittimata la loro problematica esistenza. I pollicini, metafora d’infanzia minuscola intorno alla cui piccolezza si tesse un’inesauribile rete di rimandi metaforici, convivono con le sirenette, gli orfani ottocenteschi di Dickens, la Mignolina di Andersen, la Bambolina di Capuana, la piccola Cappuccetto Rosso, e numerosi altre creature in qualche modo diverse, orfane, abbandonate, cacciate di case. In una biblioteca ideale in cui tutto si tiene essi viaggiano e migrano da uno scaffale all’altro, evidenziando i legami di significato, i radicamenti storici ed antropologici, le visioni filosofiche e pedagogiche, i sintomi e le tracce che l’infanzia porta con sé quando diviene personaggio e quindi metafora letteraria.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.