I ruderi della Porta Montanara costituiscono a tutt’oggi l’unico esempio, ancora in piedi, di porta urbica di età sillana dell’Italia settentrionale. Segno tangibile del limite dell’antica Ariminum, la Porta, in origine a due fornici, è realizzata in conci di arenaria, come le mura urbane di età repubblicana. Modificata ed inglobata nel tessuto edilizio della città medievale, viene riscoperta e studiata per la prima volta a metà Ottocento. Scampata ai bombardamenti dell’ultimo conflitto ma non alla ricostruzione postbellica, la Porta, per esigenze di “viabilità”, sarà smontata e rimontata per ben due volte, nel 1950 e nel 1980, dietro al tempio malatestiano dove avrebbe dovuto sorgere il nuovo (e mai realizzato) museo della città. Con l’ultimo intervento, datato 2004, si è infine voluto riportarne i resti nella loro posizione originaria. Il contributo che si intende presentare prende in esame le fasi che hanno preceduto il “restauro” (rilievi, indagini archeologiche e controlli strutturali) analizzandone le fasi esecutive (modalità di smontaggio e rimontaggio, ”ovvi emendamenti di errori costruttivi originari”? opere di rinforzo strutturale e di conservazione degli elementi lapidei), per concludersi con alcune riflessioni sul senso di tale operazione, sul prezzo pagato dal manufatto in termini di materia nonché sui quesiti che, anche alla luce dei suoi esiti, indubbiamente pone. Poiché infatti non è stato possibile, per le mutate condizioni del contesto, ricollocare la Porta nella sua sede d’origine, il preteso “ripristino” ha finito per tradursi in un mero, quanto discutibile, intervento di “abbellimento stradale” e di “riqualificazione di un vuoto urbano prossimo all’antico accesso della Rimini romana”.
A.Ugolini (2008). La mossa del cavallo: la Porta Montanara a Rimini tra restauri, ricostruzioni ed “abbellimento stradale”.. MARGHERA - VENEZIA : Edizioni Arcadia Ricerche s.r.l..
La mossa del cavallo: la Porta Montanara a Rimini tra restauri, ricostruzioni ed “abbellimento stradale”.
UGOLINI, ANDREA
2008
Abstract
I ruderi della Porta Montanara costituiscono a tutt’oggi l’unico esempio, ancora in piedi, di porta urbica di età sillana dell’Italia settentrionale. Segno tangibile del limite dell’antica Ariminum, la Porta, in origine a due fornici, è realizzata in conci di arenaria, come le mura urbane di età repubblicana. Modificata ed inglobata nel tessuto edilizio della città medievale, viene riscoperta e studiata per la prima volta a metà Ottocento. Scampata ai bombardamenti dell’ultimo conflitto ma non alla ricostruzione postbellica, la Porta, per esigenze di “viabilità”, sarà smontata e rimontata per ben due volte, nel 1950 e nel 1980, dietro al tempio malatestiano dove avrebbe dovuto sorgere il nuovo (e mai realizzato) museo della città. Con l’ultimo intervento, datato 2004, si è infine voluto riportarne i resti nella loro posizione originaria. Il contributo che si intende presentare prende in esame le fasi che hanno preceduto il “restauro” (rilievi, indagini archeologiche e controlli strutturali) analizzandone le fasi esecutive (modalità di smontaggio e rimontaggio, ”ovvi emendamenti di errori costruttivi originari”? opere di rinforzo strutturale e di conservazione degli elementi lapidei), per concludersi con alcune riflessioni sul senso di tale operazione, sul prezzo pagato dal manufatto in termini di materia nonché sui quesiti che, anche alla luce dei suoi esiti, indubbiamente pone. Poiché infatti non è stato possibile, per le mutate condizioni del contesto, ricollocare la Porta nella sua sede d’origine, il preteso “ripristino” ha finito per tradursi in un mero, quanto discutibile, intervento di “abbellimento stradale” e di “riqualificazione di un vuoto urbano prossimo all’antico accesso della Rimini romana”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.