Percorrendo uno dei tratti di costa più celebrati del mondo, quello tra Santa Margherita e Portofino, nel cuore della Riviera Ligure di Levante, si incontra un’Abbazia a picco sul mare, la Cervara, nota anche come Abbazia di San Gerolamo al Monte di Portofino. Si tratta di un sontuoso ma sobrio complesso, sintesi di confuse vicende storico-religioso-politiche che si sono succedute attraverso i secoli ad iniziare dal 1300. La Storia Tutto ha inizio nel 1361, anno in cui fu posta la prima pietra per la costruzione di un monastero dedicato a San Gerolamo. L’edificio fu innalzato su idea di Ottone Lanfranco, cappellano genovese della Chiesa di Santo Stefano di Genova, dopo il consenso espresso dai monaci Certosini, proprietari del terreno. Fu Papa Eugenio IV a volere mettere alla guida del convento i padri Benedettini di Cassino dell’Ordine Monastico i quali, non solo lo acquistarono (era il 1430) ma, incorporando pure il vicino monastero dell’Abbazia di San Fruttuoso di Capodimonte (presso Camogli), ne fecero una casa madre di un’Autonoma Congregazione dell’Ordine Cassinese. Dal 1937 l’Abbazia è dimora privata ma, fortunatamente, la Famiglia proprietaria ha voluto salvaguardare l’integrità del complesso, conservando e rispettando l’assetto originario del terreno boschivo a fasce sul lato a monte e del giardino su quello a mare, mantenendo l’originaria destinazione d’uso. IL Giardino all’italiana Il giardino che circonda l’Abbazia si estende su due livelli gentilmente raccordati da pergole e gradini. Nel primo livello si ammira il Giardino Monumentale all’Italiana, con le siepi di bosso (Buxus sempervirens) abilmente potate a formare disegni geometrici intercalati dal duplice filare delle alte sagome di cespugli globosi e “coni gradinati”, notevole realizzazione di arte topiaria. Al centro di questo parterre si incontra la fontana di marmo del XVII sec. Il muro a monte, verso l’Abbazia, interrotto da una stretta scala in muratura, è rivestito di fico tappezzante (Ficus repens), capperi e cuscini di campanule azzurre (Campanula carpatica). Fanno parte integrante del giardino le piante addossate ai muri o disposte lungo le bordure, così come le vigne dei vecchi pergolati. Tra le varie specie si trovano eleganti cespugli di ibisco, dalie e strelitzie, piante di agrumi ed ancora oleandri e pini di Aleppo; dietro l’abside della chiesa prevale l’eucalipto (Eucaliptus globolus), mentre verso occidente l’albero del falso pepe (Schinus mollis). Nella parte ad est si erge un bellissimo pergolato detto “Corte del Glicine” per la presenza di una Wisteria sinensis plurisecolare, color viola, di dimensioni monumentali.

Abbazia della Cervara

BELLARDI, MARIA GRAZIA
2009

Abstract

Percorrendo uno dei tratti di costa più celebrati del mondo, quello tra Santa Margherita e Portofino, nel cuore della Riviera Ligure di Levante, si incontra un’Abbazia a picco sul mare, la Cervara, nota anche come Abbazia di San Gerolamo al Monte di Portofino. Si tratta di un sontuoso ma sobrio complesso, sintesi di confuse vicende storico-religioso-politiche che si sono succedute attraverso i secoli ad iniziare dal 1300. La Storia Tutto ha inizio nel 1361, anno in cui fu posta la prima pietra per la costruzione di un monastero dedicato a San Gerolamo. L’edificio fu innalzato su idea di Ottone Lanfranco, cappellano genovese della Chiesa di Santo Stefano di Genova, dopo il consenso espresso dai monaci Certosini, proprietari del terreno. Fu Papa Eugenio IV a volere mettere alla guida del convento i padri Benedettini di Cassino dell’Ordine Monastico i quali, non solo lo acquistarono (era il 1430) ma, incorporando pure il vicino monastero dell’Abbazia di San Fruttuoso di Capodimonte (presso Camogli), ne fecero una casa madre di un’Autonoma Congregazione dell’Ordine Cassinese. Dal 1937 l’Abbazia è dimora privata ma, fortunatamente, la Famiglia proprietaria ha voluto salvaguardare l’integrità del complesso, conservando e rispettando l’assetto originario del terreno boschivo a fasce sul lato a monte e del giardino su quello a mare, mantenendo l’originaria destinazione d’uso. IL Giardino all’italiana Il giardino che circonda l’Abbazia si estende su due livelli gentilmente raccordati da pergole e gradini. Nel primo livello si ammira il Giardino Monumentale all’Italiana, con le siepi di bosso (Buxus sempervirens) abilmente potate a formare disegni geometrici intercalati dal duplice filare delle alte sagome di cespugli globosi e “coni gradinati”, notevole realizzazione di arte topiaria. Al centro di questo parterre si incontra la fontana di marmo del XVII sec. Il muro a monte, verso l’Abbazia, interrotto da una stretta scala in muratura, è rivestito di fico tappezzante (Ficus repens), capperi e cuscini di campanule azzurre (Campanula carpatica). Fanno parte integrante del giardino le piante addossate ai muri o disposte lungo le bordure, così come le vigne dei vecchi pergolati. Tra le varie specie si trovano eleganti cespugli di ibisco, dalie e strelitzie, piante di agrumi ed ancora oleandri e pini di Aleppo; dietro l’abside della chiesa prevale l’eucalipto (Eucaliptus globolus), mentre verso occidente l’albero del falso pepe (Schinus mollis). Nella parte ad est si erge un bellissimo pergolato detto “Corte del Glicine” per la presenza di una Wisteria sinensis plurisecolare, color viola, di dimensioni monumentali.
2009
Bellardi M.G.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/72119
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