Il sito MoVimparo, racconta l’esperienza dell’esperienza, basata su tanti progetti realizzati nella fascia zero-sei nei servizi per l’infanzia del Comune di Modena. Centro emergente, di tutta la documentazione, è il bambino e il suo diritto di muoversi e giocare, soprattutto in ambiente aperto e, quando possibile, naturale. Comprendere il bambino significa ascoltarlo, osservarlo, capire che il corpo e il movimento rappresentano il suo modo di esser al mondo, di agire in esso e con esso crescere e divenire grande. Movimento e gioco libero, spazi e setting appropriati, diventano le parole chiave per una educazione che affianchi i bambini, nel loro mirabile cammino di crescita, senza sostituzioni o timori inibitori rispetto al loro immenso piacere di agire. MovImparo, nome del sito sulle esperienze zero-sei del Comune di Modena , a disposizione di tutte le persone interessate all’educazione nella prima infanzia, è un termine che si presta a diverse interpretazioni, dipendenti dalla prospettiva da cui si parte e, in particolare, riferibili ai bisogni dei bambini e all’atteggiamento dell’adulto. Partendo dal bambino si conferma la consapevolezza che il corpo e il movimento sono alla base degli apprendimenti realizzati nei primi anni di vita, in altri termini è come dire: mi Muovo e Imparo. L’intelligenza cinestesico-corporea (Gardner, 1987), legata all’agire esplorativo del bambino, al saper ragionare in situazione, rappresenta la prima espressione dell’imparare ad imparare (life skill), competenza trasversale attesa dalla comunità europea nella formazione cittadino. Tale intelligenza, tra l’altro, viene oggi supportata dalle neuroscienze, dalle teorie sull’embodied cognition e dalle conseguenti ricadute sull’ embodied education (Francesconi e Tarozzi, 2012; Ceciliani, 2018), sollecitando una crescente attenzione sul coinvolgimento motorio nello sviluppo della mente (Oliverio, 2017). Dal punto di vista dell’adulto (genitore, educatore, insegnante) il termine MovImparo, sottolinea la necessità di rispettare i bisogni dei bambini e, in primo luogo, il desiderio di fare e agire da soli, senza la continua azione sostitutiva, a volte iper - protettiva, dell’adulto. È come se il bambino ci dicesse, un poco alla napoletana, Mo’ V’imparo, cioè guardatemi, seguitemi, che vi faccio vedere di cosa ho bisogno, cosa mi interessa, cosa muove la mia emozione e la voglia di agire nell’ambiente. È un potente richiamo ad aiutare i bambini, nel loro cammino evolutivo, dando loro fiducia, lasciandoli agire come veri protagonisti del loro sviluppo, consapevoli della loro capacità di autoapprendimento (Montessori, 2014; Gray, 2015) Tali considerazioni devono far riflettere gli educatori/insegnanti, ma anche i genitori, sulla considerazione dell’unitarietà mente e corpo, in situazione, come elemento fondamentale della cognizione incarnata, ovvero realizzata nel e col proprio agire. MoVimparo, allora, significa saper predisporre esperienze senso-motorie, radicate in attività concrete, in cui le funzioni esecutive, insieme a quelle emotive, possano coinvolgere tutto il sé di ogni singolo bambino.

Movimparo: corpo e movimento nel processo evolutivo infantile

andrea ceciliani
2019

Abstract

Il sito MoVimparo, racconta l’esperienza dell’esperienza, basata su tanti progetti realizzati nella fascia zero-sei nei servizi per l’infanzia del Comune di Modena. Centro emergente, di tutta la documentazione, è il bambino e il suo diritto di muoversi e giocare, soprattutto in ambiente aperto e, quando possibile, naturale. Comprendere il bambino significa ascoltarlo, osservarlo, capire che il corpo e il movimento rappresentano il suo modo di esser al mondo, di agire in esso e con esso crescere e divenire grande. Movimento e gioco libero, spazi e setting appropriati, diventano le parole chiave per una educazione che affianchi i bambini, nel loro mirabile cammino di crescita, senza sostituzioni o timori inibitori rispetto al loro immenso piacere di agire. MovImparo, nome del sito sulle esperienze zero-sei del Comune di Modena , a disposizione di tutte le persone interessate all’educazione nella prima infanzia, è un termine che si presta a diverse interpretazioni, dipendenti dalla prospettiva da cui si parte e, in particolare, riferibili ai bisogni dei bambini e all’atteggiamento dell’adulto. Partendo dal bambino si conferma la consapevolezza che il corpo e il movimento sono alla base degli apprendimenti realizzati nei primi anni di vita, in altri termini è come dire: mi Muovo e Imparo. L’intelligenza cinestesico-corporea (Gardner, 1987), legata all’agire esplorativo del bambino, al saper ragionare in situazione, rappresenta la prima espressione dell’imparare ad imparare (life skill), competenza trasversale attesa dalla comunità europea nella formazione cittadino. Tale intelligenza, tra l’altro, viene oggi supportata dalle neuroscienze, dalle teorie sull’embodied cognition e dalle conseguenti ricadute sull’ embodied education (Francesconi e Tarozzi, 2012; Ceciliani, 2018), sollecitando una crescente attenzione sul coinvolgimento motorio nello sviluppo della mente (Oliverio, 2017). Dal punto di vista dell’adulto (genitore, educatore, insegnante) il termine MovImparo, sottolinea la necessità di rispettare i bisogni dei bambini e, in primo luogo, il desiderio di fare e agire da soli, senza la continua azione sostitutiva, a volte iper - protettiva, dell’adulto. È come se il bambino ci dicesse, un poco alla napoletana, Mo’ V’imparo, cioè guardatemi, seguitemi, che vi faccio vedere di cosa ho bisogno, cosa mi interessa, cosa muove la mia emozione e la voglia di agire nell’ambiente. È un potente richiamo ad aiutare i bambini, nel loro cammino evolutivo, dando loro fiducia, lasciandoli agire come veri protagonisti del loro sviluppo, consapevoli della loro capacità di autoapprendimento (Montessori, 2014; Gray, 2015) Tali considerazioni devono far riflettere gli educatori/insegnanti, ma anche i genitori, sulla considerazione dell’unitarietà mente e corpo, in situazione, come elemento fondamentale della cognizione incarnata, ovvero realizzata nel e col proprio agire. MoVimparo, allora, significa saper predisporre esperienze senso-motorie, radicate in attività concrete, in cui le funzioni esecutive, insieme a quelle emotive, possano coinvolgere tutto il sé di ogni singolo bambino.
2019
andrea ceciliani
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/720869
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