I fitoplasmi sono batteri fitopatogeni non coltivabili in vitro appartenenti alla classe Mollicutes. Privi di parete e di dimensioni submicroscopiche appaiono pleomorfici all’osservazione al microscopio elettronico a trasmissione; solo lo studio di porzioni di acido nucleico (particolarmente il DNA codificante i geni ribosomici) ha permesso di giungere alla classificazione molecolare che è oggi alla base delle indagini patologiche ed epidemiologiche volte alla comprensione dei meccanismi biologici che regolano l’insediarsi ed il diffondersi delle malattie associate questi patogeni. Poichè i fitoplasmi vengono classificati esclusivamente in base alla sequenza di geni ribosomici non possono essere formalmente denominati col consueto binomio latino di genere e specie, ma ricadono in una categoria provvisoria per la quale è stato di recente adottato il termine Candidatus, da associarsi al binomio latino. Parallelamente alla risoluzione del problema tassonomico, il progresso e l’accessibilità di metodologie di analisi molecolare hanno consentito lo sviluppo di protocolli diagnostici che in alcuni casi sono oggi applicati su vasta scala.
Firrao G., A. Bertaccini. (2008). Generalità sui fitoplasmi.. FIRENZE : Accademia dei georgofili.
Generalità sui fitoplasmi.
BERTACCINI, ASSUNTA
2008
Abstract
I fitoplasmi sono batteri fitopatogeni non coltivabili in vitro appartenenti alla classe Mollicutes. Privi di parete e di dimensioni submicroscopiche appaiono pleomorfici all’osservazione al microscopio elettronico a trasmissione; solo lo studio di porzioni di acido nucleico (particolarmente il DNA codificante i geni ribosomici) ha permesso di giungere alla classificazione molecolare che è oggi alla base delle indagini patologiche ed epidemiologiche volte alla comprensione dei meccanismi biologici che regolano l’insediarsi ed il diffondersi delle malattie associate questi patogeni. Poichè i fitoplasmi vengono classificati esclusivamente in base alla sequenza di geni ribosomici non possono essere formalmente denominati col consueto binomio latino di genere e specie, ma ricadono in una categoria provvisoria per la quale è stato di recente adottato il termine Candidatus, da associarsi al binomio latino. Parallelamente alla risoluzione del problema tassonomico, il progresso e l’accessibilità di metodologie di analisi molecolare hanno consentito lo sviluppo di protocolli diagnostici che in alcuni casi sono oggi applicati su vasta scala.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.