Introduzione Sulla pericolosità delle malattie dovute a fitoplasmi e sulla necessità di dovere intervenire affinché questi pericolosi patogeni non si diffondano nelle coltivazioni italiane di specie officinali, ci siamo più volte soffermati negli ultimi anni, anche di recente, descrivendo ad esempio la “virescenza” della digitale lanata (Bellardi et al., 2007). Nel biennio 2002-'03, durante alcuni sopralluoghi eseguiti in coltivazioni di specie officinali localizzate nel comune di Sogliano sul Rubicone (FC), in una zona collinare dell’Appennino tosco-marchigiano, fu individuata una grave malattia su parietaria (Parietaria officinalis L. e P. judaica Auct. An. L.). I sintomi consistevano in un accentuato ingiallimento del lembo fogliare (“giallume”) e riduzione di crescita della pianta. Dalle analisi molecolari eseguite applicando le tecniche di laboratorio PCR (amplificazione genica) ed RFLP (analisi del polimorfismo della lunghezza dei frammenti di restrizione), risultò che tutte le piante sintomatiche e, in alcuni casi, anche alcune apparentemente sane di entrambe le specie, erano infette da fitoplasmi appartenenti al gruppo 16SrXII-A (“stolbur”). Considerando il sempre maggiore utilizzo nel settore farmaceutico della parietaria, specie ricca di tannini, glucosidi ma soprattutto flavonoidi (vedi riquadro), gli studi sul “giallume” sono proseguiti negli anni successivi con lo scopo di investigare sull’azione che i fitoplasmi possono esercitare sul metabolismo secondario delle due specie e, in particolare, sulla variazione quali-quantitativa dei flavonoidi, le molecole responsabili dell’attività terapeutica di P. officinalis. Di seguito si riportano i risultati delle ricerche eseguite. Raccolta ed analisi dei campioni vegetali I campioni di parietaria oggetto di studio nel 2006 provenivano dai medesimi impianti dove, negli anni precedenti, era stata individuata la malattia del “giallume”. Sono state raccolte piante sintomatiche ed altre apparentemente sane (controllo). Per quanto riguarda la diagnosi della presenza di fitoplasmi, sono state applicate le già citate tecniche PCR ed RFLP sulla cui descrizione dettagliata si rimanda a quanto indicato nel precendente articolo (Bellardi et al., 2004). Ricordiamo solamente che PCR è una tecnica che permette di ottenere in modo esponenziale ed in tempi brevi copie della stessa porzione di DNA a partire da un acido nucleico stampo (“template”). A livello diagnostico, data la sua elevata sensibilità, è usata per l’individuazione selettiva di vari patogeni e, in particolare, è adatta per la diagnosi delle malattie da fitoplasmi in quanto consente l’individuazione di questi microrganismi anche alle basse concentrazioni in cui di solito si trovano all’interno dei tessuti floematici. Procedimento - Estrazione del DNA del campione da analizzare; amplificazione del DNA del patogeno con “primers” universali per fitoplasmi (PCR) e con “primers” universali ma specifici per sequenze interne alle precedenti (“nested”-PCR); identificazione del gruppo ribosomico di appartenenza del fitoplasma mediante analisi RFLP e “nested”-PCR con “primers” gruppo-specifici. Si è potuto così individuare un lotto di piante sintomatiche ed infette da fitoplasmi del gruppo “stolbur” (campione “infetto”) ed un lotto di piante asintomatiche e fitoplasma-esenti (campione “sano”). Analisi dei flavonoidi Questa analisi è stata eseguita sugli estratti ricavati dalle foglie di parietaria dei due lotti (“infetto” e “sano”) procedendo con fasi successive. Estrazione - In questa fase, è di fondamentale importanza la scelta del solvente più adeguato ad estrarre velocemente dai tessuti la molecola interessata (nel nostro caso i flavonoidi), senza alterarne la struttura. Cinque grammi di foglie sminuzzate sono stati messi in un matraccino in presenza di 80 ml di una miscela costituita da metanolo, acqua e acido acetico (in proporzione 50:48:2), lasciandoli a contatto per 48 ore Essiccazione - Al fine di o...

Influenza di fitoplasmi del gruppo stolbur sui flavonoidi della parietaria.

BELLARDI, MARIA GRAZIA;BERTACCINI, ASSUNTA;BENNI, ALESSANDRO;GRANDI, SILVIA
2008

Abstract

Introduzione Sulla pericolosità delle malattie dovute a fitoplasmi e sulla necessità di dovere intervenire affinché questi pericolosi patogeni non si diffondano nelle coltivazioni italiane di specie officinali, ci siamo più volte soffermati negli ultimi anni, anche di recente, descrivendo ad esempio la “virescenza” della digitale lanata (Bellardi et al., 2007). Nel biennio 2002-'03, durante alcuni sopralluoghi eseguiti in coltivazioni di specie officinali localizzate nel comune di Sogliano sul Rubicone (FC), in una zona collinare dell’Appennino tosco-marchigiano, fu individuata una grave malattia su parietaria (Parietaria officinalis L. e P. judaica Auct. An. L.). I sintomi consistevano in un accentuato ingiallimento del lembo fogliare (“giallume”) e riduzione di crescita della pianta. Dalle analisi molecolari eseguite applicando le tecniche di laboratorio PCR (amplificazione genica) ed RFLP (analisi del polimorfismo della lunghezza dei frammenti di restrizione), risultò che tutte le piante sintomatiche e, in alcuni casi, anche alcune apparentemente sane di entrambe le specie, erano infette da fitoplasmi appartenenti al gruppo 16SrXII-A (“stolbur”). Considerando il sempre maggiore utilizzo nel settore farmaceutico della parietaria, specie ricca di tannini, glucosidi ma soprattutto flavonoidi (vedi riquadro), gli studi sul “giallume” sono proseguiti negli anni successivi con lo scopo di investigare sull’azione che i fitoplasmi possono esercitare sul metabolismo secondario delle due specie e, in particolare, sulla variazione quali-quantitativa dei flavonoidi, le molecole responsabili dell’attività terapeutica di P. officinalis. Di seguito si riportano i risultati delle ricerche eseguite. Raccolta ed analisi dei campioni vegetali I campioni di parietaria oggetto di studio nel 2006 provenivano dai medesimi impianti dove, negli anni precedenti, era stata individuata la malattia del “giallume”. Sono state raccolte piante sintomatiche ed altre apparentemente sane (controllo). Per quanto riguarda la diagnosi della presenza di fitoplasmi, sono state applicate le già citate tecniche PCR ed RFLP sulla cui descrizione dettagliata si rimanda a quanto indicato nel precendente articolo (Bellardi et al., 2004). Ricordiamo solamente che PCR è una tecnica che permette di ottenere in modo esponenziale ed in tempi brevi copie della stessa porzione di DNA a partire da un acido nucleico stampo (“template”). A livello diagnostico, data la sua elevata sensibilità, è usata per l’individuazione selettiva di vari patogeni e, in particolare, è adatta per la diagnosi delle malattie da fitoplasmi in quanto consente l’individuazione di questi microrganismi anche alle basse concentrazioni in cui di solito si trovano all’interno dei tessuti floematici. Procedimento - Estrazione del DNA del campione da analizzare; amplificazione del DNA del patogeno con “primers” universali per fitoplasmi (PCR) e con “primers” universali ma specifici per sequenze interne alle precedenti (“nested”-PCR); identificazione del gruppo ribosomico di appartenenza del fitoplasma mediante analisi RFLP e “nested”-PCR con “primers” gruppo-specifici. Si è potuto così individuare un lotto di piante sintomatiche ed infette da fitoplasmi del gruppo “stolbur” (campione “infetto”) ed un lotto di piante asintomatiche e fitoplasma-esenti (campione “sano”). Analisi dei flavonoidi Questa analisi è stata eseguita sugli estratti ricavati dalle foglie di parietaria dei due lotti (“infetto” e “sano”) procedendo con fasi successive. Estrazione - In questa fase, è di fondamentale importanza la scelta del solvente più adeguato ad estrarre velocemente dai tessuti la molecola interessata (nel nostro caso i flavonoidi), senza alterarne la struttura. Cinque grammi di foglie sminuzzate sono stati messi in un matraccino in presenza di 80 ml di una miscela costituita da metanolo, acqua e acido acetico (in proporzione 50:48:2), lasciandoli a contatto per 48 ore Essiccazione - Al fine di o...
2008
Bellardi M.G.; A. Bertaccini; A. Benni; L. Masini; S. Grandi.
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