La campagna presidenziale statunitense del 2008 ha portato a compimento una serie di trasformazioni rilevanti nelle modalità con cui le persone si informano, comunicano e mantengono relazioni. Il paesaggio dei media USA fino agli anni Ottanta era relativamente semplice e monolitico, dominato da pochi giganti: il 90% delle famiglie guardava i telegiornali di uno dei tre network generalisti (ABC, CBS ed NBC), che a loro volta riprendevano quasi sempre le notizie pubblicate sui due quotidiani più prestigiosi, il New York Times e il Washington Post. Oggi le trasformazioni tecnologiche, economiche e sociali hanno creato quello che Bill Kovach e Tom Rosenstiel hanno definito Mixed Media System, un ambiente cioè policentrico, complesso, caratterizzato da un flusso continuo e non più solo unidirezionale di messaggi. La dieta informativa degli statunitensi durante le campagne elettorali è cambiata radicalmente e prevede meno televisione e meno giornali, ma soprattutto più internet. Ogni campagna presidenziale è un’occasione per cogliere le trasformazioni della società, della politica e della comunicazione. Cercando su Google le parole “Obama” e “Zeitgeist” si ottengono quasi un milione e mezzo di pagine: il candidato Democratico sembra avere interpretato i cambiamenti demografici, culturali e tecnologici nella società statunitense e averli incanalati in una proposta politica convincente (anche se vaga), comunicata attraverso un mix di media studiato per l’era della convergenza. Non lo testimonia solo la sua vittoria alle urne, ma anche il fatto che l’argomento principale di discussione nelle settimane successive al voto sia stata la possibilità che il modello di campagna elettorale realizzato da Obama possa essere adottato anche per governare. Trasmettere il tradizionale discorso radiofonico del sabato su YouTube non è che un ovvio primo passo, ma l’aspettativa diffusa è che la democrazia statunitense possa rinnovarsi attraverso partecipazione e trasparenza e che la convergenza possa trasformare non solo le dinamiche della comunicazione, ma anche i processi di governo. Sarebbe una conferma dell’intuizione con cui, un secolo e mezzo fa, Alexis de Tocqueville osservò che ciò che contraddistingue la società e la politica statunitensi sono il desiderio e la capacità dei cittadini di organizzarsi per risolvere i problemi comuni . Dopo una stagione in cui i media sono stati accusati di allontanare i cittadini dalla politica e di dividere l’opinione pubblica, il nuovo ambiente comunicativo sembra poter offrire un nuovo ancoraggio tra politica e società. Se i principi di sintesi e commistione su cui si basa la convergenza tra media vecchi e nuovi potranno tradursi in un nuovo paradigma di (comunicazione) politica, Obama avrà un’arma in più per mantenere la sua promessa di cambiamento.

Obama and the media: USA 2008, una campagna elettorale nell’era della convergenza

VACCARI, CRISTIAN
2009

Abstract

La campagna presidenziale statunitense del 2008 ha portato a compimento una serie di trasformazioni rilevanti nelle modalità con cui le persone si informano, comunicano e mantengono relazioni. Il paesaggio dei media USA fino agli anni Ottanta era relativamente semplice e monolitico, dominato da pochi giganti: il 90% delle famiglie guardava i telegiornali di uno dei tre network generalisti (ABC, CBS ed NBC), che a loro volta riprendevano quasi sempre le notizie pubblicate sui due quotidiani più prestigiosi, il New York Times e il Washington Post. Oggi le trasformazioni tecnologiche, economiche e sociali hanno creato quello che Bill Kovach e Tom Rosenstiel hanno definito Mixed Media System, un ambiente cioè policentrico, complesso, caratterizzato da un flusso continuo e non più solo unidirezionale di messaggi. La dieta informativa degli statunitensi durante le campagne elettorali è cambiata radicalmente e prevede meno televisione e meno giornali, ma soprattutto più internet. Ogni campagna presidenziale è un’occasione per cogliere le trasformazioni della società, della politica e della comunicazione. Cercando su Google le parole “Obama” e “Zeitgeist” si ottengono quasi un milione e mezzo di pagine: il candidato Democratico sembra avere interpretato i cambiamenti demografici, culturali e tecnologici nella società statunitense e averli incanalati in una proposta politica convincente (anche se vaga), comunicata attraverso un mix di media studiato per l’era della convergenza. Non lo testimonia solo la sua vittoria alle urne, ma anche il fatto che l’argomento principale di discussione nelle settimane successive al voto sia stata la possibilità che il modello di campagna elettorale realizzato da Obama possa essere adottato anche per governare. Trasmettere il tradizionale discorso radiofonico del sabato su YouTube non è che un ovvio primo passo, ma l’aspettativa diffusa è che la democrazia statunitense possa rinnovarsi attraverso partecipazione e trasparenza e che la convergenza possa trasformare non solo le dinamiche della comunicazione, ma anche i processi di governo. Sarebbe una conferma dell’intuizione con cui, un secolo e mezzo fa, Alexis de Tocqueville osservò che ciò che contraddistingue la società e la politica statunitensi sono il desiderio e la capacità dei cittadini di organizzarsi per risolvere i problemi comuni . Dopo una stagione in cui i media sono stati accusati di allontanare i cittadini dalla politica e di dividere l’opinione pubblica, il nuovo ambiente comunicativo sembra poter offrire un nuovo ancoraggio tra politica e società. Se i principi di sintesi e commistione su cui si basa la convergenza tra media vecchi e nuovi potranno tradursi in un nuovo paradigma di (comunicazione) politica, Obama avrà un’arma in più per mantenere la sua promessa di cambiamento.
2009
C. Vaccari
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