Il dipinto di Andrea Sacchi (oggi al Metropolitan Museum di New York), costituisce uno straordinario omaggio figurativo nei confronti del castrato Marcantonio Pasqualini (1614-1691), uno dei più celebri virtuosi dei suoi tempi, compositore oltre che cantante, protagonista acclamato dei principali drammi barberiniani, che avrebbe coronato la sua carriera con una memorabile interpretazione di Aristeo nell’ Orfeo di Francesco Buti e Luigi Rossi. La singolarità del dipinto, che per la peculiarità dello schema iconografico e la molteplicità dei riferimenti musicali costituisce un unicum nella produzione di Andrea Sacchi, era già stata notata da Giovan Pietro Bellori, che l’ annoverava fra i massimi conseguimenti dell’artista. In questo saggio vengono riesaminate in maniera approfondita le particolarissime scelte compiute da Sacchi, vengono avanzate delle ipotesi sul contesto specifico in cui maturò l’elaborazione di questo sofisticato programma iconografico, e ne viene proposta un’ interpretazione alla luce degli ideali musicali, politici e culturali dell’ambiente. In particolare, la raffigurazione di Pasqualini “in veste di pastore” viene messa in relazione con la rappresentazione del dramma pastorale La Sincerità Trionfante (su testo di Ottaviano Castelli e musica di Angelo Cecchini) allestita nel 1638 in casa dell’ ambasciatore francese presso la Santa Sede, nell’ambito dei festeggiamenti per la nascita del Delfino (il futuro Luigi XIV) promossi a Roma dal cardinal Antonio Barberini e dai principali esponenti della Nazione Francese.

N. Guidobaldi (2009). Ancora sul ritratto di Marcantonio Pasqualini in veste di pastore. ROMA : Torre d'Orfeo Editrice.

Ancora sul ritratto di Marcantonio Pasqualini in veste di pastore

GUIDOBALDI, NICOLETTA
2009

Abstract

Il dipinto di Andrea Sacchi (oggi al Metropolitan Museum di New York), costituisce uno straordinario omaggio figurativo nei confronti del castrato Marcantonio Pasqualini (1614-1691), uno dei più celebri virtuosi dei suoi tempi, compositore oltre che cantante, protagonista acclamato dei principali drammi barberiniani, che avrebbe coronato la sua carriera con una memorabile interpretazione di Aristeo nell’ Orfeo di Francesco Buti e Luigi Rossi. La singolarità del dipinto, che per la peculiarità dello schema iconografico e la molteplicità dei riferimenti musicali costituisce un unicum nella produzione di Andrea Sacchi, era già stata notata da Giovan Pietro Bellori, che l’ annoverava fra i massimi conseguimenti dell’artista. In questo saggio vengono riesaminate in maniera approfondita le particolarissime scelte compiute da Sacchi, vengono avanzate delle ipotesi sul contesto specifico in cui maturò l’elaborazione di questo sofisticato programma iconografico, e ne viene proposta un’ interpretazione alla luce degli ideali musicali, politici e culturali dell’ambiente. In particolare, la raffigurazione di Pasqualini “in veste di pastore” viene messa in relazione con la rappresentazione del dramma pastorale La Sincerità Trionfante (su testo di Ottaviano Castelli e musica di Angelo Cecchini) allestita nel 1638 in casa dell’ ambasciatore francese presso la Santa Sede, nell’ambito dei festeggiamenti per la nascita del Delfino (il futuro Luigi XIV) promossi a Roma dal cardinal Antonio Barberini e dai principali esponenti della Nazione Francese.
2009
Francesco Buti tra Roma e Parigi : diplomazia, poesia, teatro. Atti del convegno internazionale di studi (Parma 12-15 dicembre 2007)
365
380
N. Guidobaldi (2009). Ancora sul ritratto di Marcantonio Pasqualini in veste di pastore. ROMA : Torre d'Orfeo Editrice.
N. Guidobaldi
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