Nell’ambito della riflessione sulla relazione tra questione sociale e urbana, l’attenzione è stata rivolta all’analisi critica delle “politiche prioritarie” (1) (Tissot, 2007) dirette ai quartieri stigmatizzati e all’insieme variegato di programmi, fondi, progetti nonché di attori che gravitano attorno agli stessi. Nel testo ci si concentra sulla relazione esistente tra stigma territoriale, attori locali e strumenti di governo per territori prioritari, a partire dal materiale raccolto durante un’etnografia durata un anno e realizzata a Scampia (Napoli). L’intento è duplice: a) comprendere in che modo gli attori locali in un territorio stigmatizzato facciano uso di una narrazione stigmatizzante del territorio (Wacquant, 2008); b) cogliere il ruolo degli strumenti di governo del territorio che gli stessi attori hanno a disposizione per operare nella definizione del rapporto che questi instaurano con lo stigma territoriale. Vi è, infatti, una stretta sinergia tra gli attori politici e gli strumenti che gli stessi hanno a disposizione per governare (Lascoumes, Le Galès, 2005), sinergia che ci ha condotto a considerare gli strumenti al servizio delle politiche pubbliche rivolte ai territori deprivati come scorcio attraverso cui cogliere le modalità di definizione di un rapporto allo stigma che li riguarda. Ci interessa, detto altrimenti, comprendere il possibile ruolo dello stigma nel régime de gouvernementalité (Foucault, 2004) che caratterizza questo territorio. Partendo dai materiali raccolti sul campo, si restituirà il quadro contraddittorio, incerto e rischioso che contraddistingue il rapporto tra attori, stigma territoriale e strumenti di governo straordinari. Un quadro in cui gli attori locali si rapportano agli strumenti di governo mercificando lo stigma stesso che li colpisce, a fronte di continue valutazioni riguardanti la loro sopravvivenza economica e politica sul territorio. Contraddittorio, poiché gli stessi attori rifiutano lo stigma a fronte di dinamiche interne di legittimazione simbolica. Incerto giacché il rapporto stesso, dipende dalla continua riproduzione dello stigma territoriale; e rischioso poiché conduce gli attori a instaurare un “rapporto di dipendenza” dai presunti o reali problemi del territorio, mentre al contempo ne instaurerebbero uno di dipendenza diretta con le politiche e i finanziamenti fondati sulla discriminazione positiva. Come sottolineeremo in conclusione, leggere la relazione che lega attori, stigma e strumenti di governo in termini di mercificazione, ci permette in primo luogo di evidenziare i limiti di un approccio politico place-based alle periferie urbane e in secondo luogo di superare la polarizzazione tra chi sostiene che lo stigma territoriale sia interiorizzato da chi agisce all’interno di questi territori e chi ritiene siano portatori d’identità indipendenti dallo stigma.
Carolina Mudan Marelli (2017). Politiche prioritarie, attori locali e processi di mercificazione dello stigma territoriale. Firenze : Società di Studi Geografici.
Politiche prioritarie, attori locali e processi di mercificazione dello stigma territoriale
Carolina Mudan Marelli
2017
Abstract
Nell’ambito della riflessione sulla relazione tra questione sociale e urbana, l’attenzione è stata rivolta all’analisi critica delle “politiche prioritarie” (1) (Tissot, 2007) dirette ai quartieri stigmatizzati e all’insieme variegato di programmi, fondi, progetti nonché di attori che gravitano attorno agli stessi. Nel testo ci si concentra sulla relazione esistente tra stigma territoriale, attori locali e strumenti di governo per territori prioritari, a partire dal materiale raccolto durante un’etnografia durata un anno e realizzata a Scampia (Napoli). L’intento è duplice: a) comprendere in che modo gli attori locali in un territorio stigmatizzato facciano uso di una narrazione stigmatizzante del territorio (Wacquant, 2008); b) cogliere il ruolo degli strumenti di governo del territorio che gli stessi attori hanno a disposizione per operare nella definizione del rapporto che questi instaurano con lo stigma territoriale. Vi è, infatti, una stretta sinergia tra gli attori politici e gli strumenti che gli stessi hanno a disposizione per governare (Lascoumes, Le Galès, 2005), sinergia che ci ha condotto a considerare gli strumenti al servizio delle politiche pubbliche rivolte ai territori deprivati come scorcio attraverso cui cogliere le modalità di definizione di un rapporto allo stigma che li riguarda. Ci interessa, detto altrimenti, comprendere il possibile ruolo dello stigma nel régime de gouvernementalité (Foucault, 2004) che caratterizza questo territorio. Partendo dai materiali raccolti sul campo, si restituirà il quadro contraddittorio, incerto e rischioso che contraddistingue il rapporto tra attori, stigma territoriale e strumenti di governo straordinari. Un quadro in cui gli attori locali si rapportano agli strumenti di governo mercificando lo stigma stesso che li colpisce, a fronte di continue valutazioni riguardanti la loro sopravvivenza economica e politica sul territorio. Contraddittorio, poiché gli stessi attori rifiutano lo stigma a fronte di dinamiche interne di legittimazione simbolica. Incerto giacché il rapporto stesso, dipende dalla continua riproduzione dello stigma territoriale; e rischioso poiché conduce gli attori a instaurare un “rapporto di dipendenza” dai presunti o reali problemi del territorio, mentre al contempo ne instaurerebbero uno di dipendenza diretta con le politiche e i finanziamenti fondati sulla discriminazione positiva. Come sottolineeremo in conclusione, leggere la relazione che lega attori, stigma e strumenti di governo in termini di mercificazione, ci permette in primo luogo di evidenziare i limiti di un approccio politico place-based alle periferie urbane e in secondo luogo di superare la polarizzazione tra chi sostiene che lo stigma territoriale sia interiorizzato da chi agisce all’interno di questi territori e chi ritiene siano portatori d’identità indipendenti dallo stigma.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.