Dalla dittatura al liberalismo Nel 1989 con la caduta del regime comunista e l’esecuzione del dittatore Ceausescu, La Romania ha iniziato il processo di apertura all’Occidente, dotandosi di una Costituzione nel 1991 - riveduta nel 2003, aderendo alla NATO nel 2004 e infine divenendo membro della UE nel 2007. Con il 2004 la Romania ha definitivamente chiuso con il passato, rinunciando anche alle connessioni con gli eredi dell’ex partito comunista, eleggendo un presidente di centro-destra che, tra l’altro, si pone l’obiettivo della emancipazione sociale ed economica della popolazione rurale che ha costituito, negli anni del regime di Ceausescu, la parte più negletta del popolo rumeno. Il dittatore infatti aveva puntato ad una industrializzazione spinta che aveva attirato investimenti esteri, grazie ad una riduzione delle tasse sulle imprese, avvantaggiata da una disponibilità di materie prime, tra cui gas, petrolio e carbone. Buona anche la possibilità di sfruttamento di minerali ferrosi, tra cui bauxite, piombo, argento, rame e manganese. Dopo la morte del dittatore, accanto alla dismissione delle grandi industrie di Stato, sono sorte, negli anni, molte piccole aziende a capitale misto, tra cui predominano quelle con finanziamenti italiani, in particolare nella zona di Timisoara. Infatti, l’Italia è il primo partner commerciale con il 21,3% dell’export e il 17,4% dell’import. Innovazione e urbanizzazione La recente apertura economica ha fatto balzare in avanti il processo di urbanizzazione, che con il precedente dittatore era iniziato attraverso un procedimento forzato, cosicché la popolazione urbana giungeva a toccare nel 2003 il 53,3% del totale. Il processo di inurbamento riguarda in particolare la capitale che sfiora i due milioni di abitanti (un decimo del popolazione totale) con problemi di congestione comparabili alle città del vicino Oriente. Considerando che, secondo dati ufficiali, circolano a Bucarest un milione e centomila veicoli si verificano fenomeni di ingorgo che si accentuano nel centro amministrativo, in cui la predisposizione dei grandi viali, ideati dalla grandeur del conducator, consente l’allineamento di dieci corsie in un solo senso di marcia e, nonostante lo sventramento dei vecchi quartieri che ha fatto perdere un patrimonio di tradizioni antiche, le vie rettilinee non riescono a smaltire il traffico che è continuamente bloccato. Questo è dovuto al fatto che l’automobile è considerata un mito, un privilegio, riservato nei tempi andati ai potenti del partito e impossibile da raggiungere per i popolani. Tutto è radicalmente cambiato con l’emigrazione che ha avvicinato il sogno di un mezzo a motore acquistabile con pochi sforzi, magari con la rinuncia all’indispensabile, giacché non importa quanto usato sia.

La Romania apre le porte all'Europa / A.Galvani. - In: AMBIENTE SOCIETÀ TERRITORIO. - ISSN 1824-114X. - STAMPA. - 3-4/2008:(2008), pp. 43-45.

La Romania apre le porte all'Europa

GALVANI, ADRIANA
2008

Abstract

Dalla dittatura al liberalismo Nel 1989 con la caduta del regime comunista e l’esecuzione del dittatore Ceausescu, La Romania ha iniziato il processo di apertura all’Occidente, dotandosi di una Costituzione nel 1991 - riveduta nel 2003, aderendo alla NATO nel 2004 e infine divenendo membro della UE nel 2007. Con il 2004 la Romania ha definitivamente chiuso con il passato, rinunciando anche alle connessioni con gli eredi dell’ex partito comunista, eleggendo un presidente di centro-destra che, tra l’altro, si pone l’obiettivo della emancipazione sociale ed economica della popolazione rurale che ha costituito, negli anni del regime di Ceausescu, la parte più negletta del popolo rumeno. Il dittatore infatti aveva puntato ad una industrializzazione spinta che aveva attirato investimenti esteri, grazie ad una riduzione delle tasse sulle imprese, avvantaggiata da una disponibilità di materie prime, tra cui gas, petrolio e carbone. Buona anche la possibilità di sfruttamento di minerali ferrosi, tra cui bauxite, piombo, argento, rame e manganese. Dopo la morte del dittatore, accanto alla dismissione delle grandi industrie di Stato, sono sorte, negli anni, molte piccole aziende a capitale misto, tra cui predominano quelle con finanziamenti italiani, in particolare nella zona di Timisoara. Infatti, l’Italia è il primo partner commerciale con il 21,3% dell’export e il 17,4% dell’import. Innovazione e urbanizzazione La recente apertura economica ha fatto balzare in avanti il processo di urbanizzazione, che con il precedente dittatore era iniziato attraverso un procedimento forzato, cosicché la popolazione urbana giungeva a toccare nel 2003 il 53,3% del totale. Il processo di inurbamento riguarda in particolare la capitale che sfiora i due milioni di abitanti (un decimo del popolazione totale) con problemi di congestione comparabili alle città del vicino Oriente. Considerando che, secondo dati ufficiali, circolano a Bucarest un milione e centomila veicoli si verificano fenomeni di ingorgo che si accentuano nel centro amministrativo, in cui la predisposizione dei grandi viali, ideati dalla grandeur del conducator, consente l’allineamento di dieci corsie in un solo senso di marcia e, nonostante lo sventramento dei vecchi quartieri che ha fatto perdere un patrimonio di tradizioni antiche, le vie rettilinee non riescono a smaltire il traffico che è continuamente bloccato. Questo è dovuto al fatto che l’automobile è considerata un mito, un privilegio, riservato nei tempi andati ai potenti del partito e impossibile da raggiungere per i popolani. Tutto è radicalmente cambiato con l’emigrazione che ha avvicinato il sogno di un mezzo a motore acquistabile con pochi sforzi, magari con la rinuncia all’indispensabile, giacché non importa quanto usato sia.
2008
La Romania apre le porte all'Europa / A.Galvani. - In: AMBIENTE SOCIETÀ TERRITORIO. - ISSN 1824-114X. - STAMPA. - 3-4/2008:(2008), pp. 43-45.
A.Galvani
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