Pretesa uguaglianza giuridica ed irripetibilità biologica: una difficile concordia discordantium canonum

The contribution considers how fast the bio-technological progress has led to the possibility of affecting human life: on being born and dying. Philosophy and law are not able to follow and substein this impetuous progress. Or, at least, that general and abstract law typical of the civil law culture: bioethics requires finding new ways. Not a law that indiscriminately decides for all people in presence of what conditions we must be born and die: but more flexible and adaptable legal instruments for which it is more plausible and sensible to decide in each specific existential situation what the best solutions are. Each person, in fact, is different and unrepeatable: and has a unique and irreplaceable role. In this sense, the article reflects on the lesson of the casuists – and in particular of Sant’Alfonso de Liguori – who during the seventeenth and eighteenth centuries had proposed a new development of moral science, aimed at grasping and helping the conscience of each single faithful in the concrete case. In a more general way, the contribution highlights the capability and the wealth of religious rights – and in particular of canon law – to give original and new ideas in the regulation of bioethical issues, by virtue of their foundation and their historical development.

Il contributo considera la velocità con cui il progresso biotecnologico ha portato alla possibilità di incidere sulla vita umana: sulla nascita e sulla morte. La filosofia e la legge non sono in grado di seguire e sostenere questo impetuoso progresso. O, almeno, quella legge generale e astratta tipica della civil law: la bioetica richiede di trovare nuovi modi. Non una legge che decida indiscriminatamente per tutte le persone in presenza di quali condizioni dobbiamo nascere e morire: ma strumenti giuridici più flessibili e adattabili per i quali sia più plausibile e ragionevole decidere in ogni specifica situazione esistenziale quali siano le soluzioni migliori. Ogni persona, infatti, è diversa e irripetibile: ed ha un ruolo unico e insostituibile. In questo senso, l’articolo riflette sulla lezione dei casuisti – e in particolare di Sant’Alfonso de Liguori – che nel XVII e XVIII secolo avevano proposto un nuovo sviluppo della scienza morale, volto a cogliere e ad aiutare la coscienza di ogni singolo fedele nel caso concreto. In un senso più generale, il contributo evidenzia la capacità e la ricchezza dei diritti religiosi – e in particolare del diritto canonico – di dare idee originali e nuove nella regolamentazione delle questioni bioetiche, in virtù del loro fondamento e del loro sviluppo storico.