Negli anni Sessanta, Giuseppe Berto costruisce la propria prosa sul modello freudiano delle associazioni libere. Il tema del corpo come veicolo di malattia si manifesta nelle scene del Male oscuro in cui il protagonista sente di subire un processo di identificazione, fisica e morale, con il padre morto di tumore. Il passo in cui il protagonista del Male oscuro ha la visione del proprio cervello che fluttua nella stanza, in tutto somigliante al tumore del padre, diventa una sorta di modello delle scene erotiche descritte nel successivo La cosa buffa. Questo romanzo racconta le due storie d'amore di Antonio: quella vissuta con Maria, ragazza angelicata della Venezia bene, e quella vissuta con la quasi omonima Marica, una ragazza ungherese terrena e sensuale. Antonio non interrompe mai le proprie elucubrazioni: per questo non riesce a vivere pienamente la sua sessualità. La scrittura infatti pone al centro gli atti sessuali con le due ragazze e le diverse declinazioni dei loro corpi: Antonio percepisce ogni singolo momento dell'atto erotico, descritto dettagliatamente dall'autore, come un motivo di colpa e di vergogna. Il corpo etereo della vergine e quello concreto, biologico, della donna fatale, si fondono lentamente nei due corpi, assai simili fra loro, di Maria e Marica. Le elucubrazioni caotiche di Antonio danno quindi principio a un processo di spersonalizzazione e alla fobia di essere costantemente osservato da un occhio invisibile e giudicante, proprio come accade al protagonista del Male oscuro.

La scrittura dell'eros in La cosa buffa di Giuseppe Berto

Vita, Saverio
2018

Abstract

Negli anni Sessanta, Giuseppe Berto costruisce la propria prosa sul modello freudiano delle associazioni libere. Il tema del corpo come veicolo di malattia si manifesta nelle scene del Male oscuro in cui il protagonista sente di subire un processo di identificazione, fisica e morale, con il padre morto di tumore. Il passo in cui il protagonista del Male oscuro ha la visione del proprio cervello che fluttua nella stanza, in tutto somigliante al tumore del padre, diventa una sorta di modello delle scene erotiche descritte nel successivo La cosa buffa. Questo romanzo racconta le due storie d'amore di Antonio: quella vissuta con Maria, ragazza angelicata della Venezia bene, e quella vissuta con la quasi omonima Marica, una ragazza ungherese terrena e sensuale. Antonio non interrompe mai le proprie elucubrazioni: per questo non riesce a vivere pienamente la sua sessualità. La scrittura infatti pone al centro gli atti sessuali con le due ragazze e le diverse declinazioni dei loro corpi: Antonio percepisce ogni singolo momento dell'atto erotico, descritto dettagliatamente dall'autore, come un motivo di colpa e di vergogna. Il corpo etereo della vergine e quello concreto, biologico, della donna fatale, si fondono lentamente nei due corpi, assai simili fra loro, di Maria e Marica. Le elucubrazioni caotiche di Antonio danno quindi principio a un processo di spersonalizzazione e alla fobia di essere costantemente osservato da un occhio invisibile e giudicante, proprio come accade al protagonista del Male oscuro.
2018
Scritture del corpo
293
300
Vita, Saverio
File in questo prodotto:
Eventuali allegati, non sono esposti

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/704782
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact