Bambine, bambini e animali parlanti nei racconti di Eduard Uspenskij per l’ultima generazione sovietica

In questo articolo si porrà l’accento sulla dimensione educativa dell’opera di Eduard Uspenskij, lasciando in secondo piano l’aspetto della sperimentazione linguistica, che rappresenta forse la cifra più originale e interessante del suo stile, ricco di giochi di parole e di calembours. Nella sua vasta produzione, che annovera racconti, poesie per bambini, filastrocche, pièces di teatro e trasmissioni radiofoniche per bambini, tre racconti si rivelano assai preziosi per cogliere alcune differenze di genere sottese ai modelli di comportamento incarnati dai protagonisti. Sia i bambini sia le bambine dimostrano l’emergere di nuove soggettività nel contatto con il mondo esterno (fatto di adulti o di animali) grazie a viaggi immaginari o reali; queste differenze sono particolarmente significative rispetto ai modelli di comportamento proposti nella letteratura ufficiale. Il coccodrillo Gena e i suoi amici, Lo zio Fedja, il gatto e il cane, Il collegio degli animali da pelliccia, furono scritti nell’arco di un ventennio, tra la fine degli anni Sessanta e la fine degli anni Ottanta. Questi racconti hanno avuto un successo unico nel panorama della letteratura per l’infanzia contemporanea, anche grazie agli adattamenti cinematografici dei racconti di Uspenskij che, trasformando le storie di Čeburaška in film di animazione dopo la pubblicazione del primo racconto (1966), hanno reso noti al grande pubblico i suoi personaggi e, in particolare, quello dell’orsetto indifeso dalle grandi orecchie (Čeburaška appunto), amato da ogni bambino come un compagno di giochi prediletto.