Tanto i governi africani, quanto i media internazionali, celebrano da un decennio a questa parte il progresso economico di cui l’Africa tutta è protagonista. L’ingresso del Continente nel circuito capitalistico mondiale ha implicazioni rilevanti per l’Africa: denota infatti sia il superamento definitivo di quello stato di “bestialità” con cui i primi esploratori europei avevano descritto le civiltà africane nel XIX secolo, sia la fine dell’assistenzialismo. Ora l’Africa è parte di un mercato globale e richiede beni del tutto simili a quelli richiesti dagli altri mercati. E’ il segno della conquista della moralità individuale, del concetto collettivo di Civiltà, definiti dall’Occidente e per tanto tempo negati: è la conquista dell’autodeterminazione. L’africano non è più e non sarà mai più un indigeno, come era giuridicamente definito nelle colonie, ma un cittadino del mondo con tutti i diritti che questo status comporta. Valide ragioni che danno adito all’ottimismo che ruota attorno al continente, che incoraggiano gli investitori e che risvegliano l’interesse mondiale verso l’Africa. Ma come si bilanciano capitalismo e globalizzazione con tradizione e appartenenza comunitaria, elementi imprescindibili nella quotidianità di molti africani? È anche attraverso la risoluzione di questi nodi che verranno sanciti gli attributi definitori dell’Africa come civiltà. Sarà, cioè, questo il volto nuovo con cui l’Africa coniugherà i valori occidentali con quelli della sua tradizione, preparandosi ad interagire con il resto del mondo. Il rapporto tra locale e globale e l’analisi della civiltà africana del XXI secolo saranno dunque il tema del capitolo.

L'Africa in transizione tra locale e globale

ZOPPI M
2013

Abstract

Tanto i governi africani, quanto i media internazionali, celebrano da un decennio a questa parte il progresso economico di cui l’Africa tutta è protagonista. L’ingresso del Continente nel circuito capitalistico mondiale ha implicazioni rilevanti per l’Africa: denota infatti sia il superamento definitivo di quello stato di “bestialità” con cui i primi esploratori europei avevano descritto le civiltà africane nel XIX secolo, sia la fine dell’assistenzialismo. Ora l’Africa è parte di un mercato globale e richiede beni del tutto simili a quelli richiesti dagli altri mercati. E’ il segno della conquista della moralità individuale, del concetto collettivo di Civiltà, definiti dall’Occidente e per tanto tempo negati: è la conquista dell’autodeterminazione. L’africano non è più e non sarà mai più un indigeno, come era giuridicamente definito nelle colonie, ma un cittadino del mondo con tutti i diritti che questo status comporta. Valide ragioni che danno adito all’ottimismo che ruota attorno al continente, che incoraggiano gli investitori e che risvegliano l’interesse mondiale verso l’Africa. Ma come si bilanciano capitalismo e globalizzazione con tradizione e appartenenza comunitaria, elementi imprescindibili nella quotidianità di molti africani? È anche attraverso la risoluzione di questi nodi che verranno sanciti gli attributi definitori dell’Africa come civiltà. Sarà, cioè, questo il volto nuovo con cui l’Africa coniugherà i valori occidentali con quelli della sua tradizione, preparandosi ad interagire con il resto del mondo. Il rapporto tra locale e globale e l’analisi della civiltà africana del XXI secolo saranno dunque il tema del capitolo.
2013
Porta d’Africa Porta d’Europa Percorsi di interazione interculturale
33
56
ZOPPI M,
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