Fra gli scenari energetici a lungo termine individuati dai più qualificati organismi internazionali (IAEA, IEA, US-DOE, WBC, etc.) allo scopo di avviare la transizione energetica per uno sviluppo sostenibile, si ritiene che lo sfruttamento delle aree desertiche per la produzione di energia rinnovabile su vasta scala sia un’opzione da prendere seriamente in considerazione. Si calcola che se solo il 4% di queste aree fosse destinato all’installazione di impianti solari, la produzione annuale di energia sarebbe equivalente ai consumi mondiali totali di energia primaria. D’altra parte, la variabilità della potenza prodotta da fonti rinnovabili può generare fenomeni di instabilità nella rete e ridurre la qualità della energia elettrica erogata. La soluzione proposta ricorre all’idrogeno liquido (LH2) come mezzo di accumulo dell’energia, ed al trasporto combinato di energia elettrica ed idrogeno con linea superconduttiva in MgB2. L’utilizzo dell’LH2 per raffreddare la linea superconduttiva consente di trasportare in modo flessibile energia elettrica e chimica, e si mostra energeticamente conveniente rispetto alle soluzioni convenzionali confrontabili. L’utilizzo della linea superconduttiva permette il raggiungimento di potenze elettriche multi-GW con un singolo impianto. Viene individuata una possibile strategia di intervento graduale: partendo dagli accordi esistenti fra i paesi Mediterranei (programma MEDREP), si propone la realizzazione di un impianto pilota da 100 MWe per il trasporto di energia elettrica attraverso lo stretto di Gibilterra. Tale impianto potrebbe essere gradualmente esteso fino a 12 GW, realizzando un collegamento di grande potenza fra la rete elettrica europea e quella nord-africana.

Scenari a lungo termine per l’energia e l’ambiente: energia dal deserto prodotta da impianti solari che utilizzano le tecnologie dell’idrogeno liquido e dei superconduttori

FABBRI, MASSIMO;TREVISANI, LUCA;BRESCHI, MARCO;MORANDI, ANTONIO;RIBANI, PIER LUIGI
2005

Abstract

Fra gli scenari energetici a lungo termine individuati dai più qualificati organismi internazionali (IAEA, IEA, US-DOE, WBC, etc.) allo scopo di avviare la transizione energetica per uno sviluppo sostenibile, si ritiene che lo sfruttamento delle aree desertiche per la produzione di energia rinnovabile su vasta scala sia un’opzione da prendere seriamente in considerazione. Si calcola che se solo il 4% di queste aree fosse destinato all’installazione di impianti solari, la produzione annuale di energia sarebbe equivalente ai consumi mondiali totali di energia primaria. D’altra parte, la variabilità della potenza prodotta da fonti rinnovabili può generare fenomeni di instabilità nella rete e ridurre la qualità della energia elettrica erogata. La soluzione proposta ricorre all’idrogeno liquido (LH2) come mezzo di accumulo dell’energia, ed al trasporto combinato di energia elettrica ed idrogeno con linea superconduttiva in MgB2. L’utilizzo dell’LH2 per raffreddare la linea superconduttiva consente di trasportare in modo flessibile energia elettrica e chimica, e si mostra energeticamente conveniente rispetto alle soluzioni convenzionali confrontabili. L’utilizzo della linea superconduttiva permette il raggiungimento di potenze elettriche multi-GW con un singolo impianto. Viene individuata una possibile strategia di intervento graduale: partendo dagli accordi esistenti fra i paesi Mediterranei (programma MEDREP), si propone la realizzazione di un impianto pilota da 100 MWe per il trasporto di energia elettrica attraverso lo stretto di Gibilterra. Tale impianto potrebbe essere gradualmente esteso fino a 12 GW, realizzando un collegamento di grande potenza fra la rete elettrica europea e quella nord-africana.
2005
Atti della Conferenza Nazionale sulla Politica Energetica in Italia, 18-19 Aprile 2005, Università di Bologna
M. Fabbri; L. Trevisani; M.Breschi; A. Morandi; P.L. Ribani
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