In questo contributo vengono presi in esame i vari usi e le molteplici valenze del cane nella civiltà Etrusca tra il VI e il III sec. a.C. con particolare attenzione ad alcuni contesti dell’Etruria Padana. In ambito etrusco i cani vengono prevalentemente allevati per fini utilitaristici: per compagnia, per la protezione della casa o del bestiame e per la caccia; rare, seppur presenti, sono le attestazioni di cinofagia. In ambito sacro, strettamente legato alla dimensione ctonia, il cane è connesso ai passaggi e alle porte, al movimento, dunque alla crescita e alla procreazione; forte è anche il legame con la morte e l’oltretomba di cui esso è guardiano infero oltre che protettore del defunto. Proprio per queste valenze cultuali il cane poteva essere oggetto di sacrifici di varia tipologia (di protezione, purificatori, espiatori, onorifici e mantici) e di altre pratiche rituali dedicate a divinità ctonie e legate alla sfera della fertilità o all’idea di passaggio.Nella città etrusca di Marzabotto (Kainua) recenti scoperte provenienti sia dall’abitato sia dal santuario fontile hanno consentito un’analisi coerente degli usi domestici e cultuali del cane, mentre l’utilizzo in ambito funerario è ben rappresentato a Spina e ad Adria, dove sono documentate sepolture di cane, anche in posizioni rilevanti.
Curci Antonio, Sertori Sara (2019). Il cane in Etruria Padana: usi domestici e valenze rituali. Lecce : Università del Salento.
Il cane in Etruria Padana: usi domestici e valenze rituali
Curci Antonio
;SERTORI, SARA
2019
Abstract
In questo contributo vengono presi in esame i vari usi e le molteplici valenze del cane nella civiltà Etrusca tra il VI e il III sec. a.C. con particolare attenzione ad alcuni contesti dell’Etruria Padana. In ambito etrusco i cani vengono prevalentemente allevati per fini utilitaristici: per compagnia, per la protezione della casa o del bestiame e per la caccia; rare, seppur presenti, sono le attestazioni di cinofagia. In ambito sacro, strettamente legato alla dimensione ctonia, il cane è connesso ai passaggi e alle porte, al movimento, dunque alla crescita e alla procreazione; forte è anche il legame con la morte e l’oltretomba di cui esso è guardiano infero oltre che protettore del defunto. Proprio per queste valenze cultuali il cane poteva essere oggetto di sacrifici di varia tipologia (di protezione, purificatori, espiatori, onorifici e mantici) e di altre pratiche rituali dedicate a divinità ctonie e legate alla sfera della fertilità o all’idea di passaggio.Nella città etrusca di Marzabotto (Kainua) recenti scoperte provenienti sia dall’abitato sia dal santuario fontile hanno consentito un’analisi coerente degli usi domestici e cultuali del cane, mentre l’utilizzo in ambito funerario è ben rappresentato a Spina e ad Adria, dove sono documentate sepolture di cane, anche in posizioni rilevanti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.